Liceo classico “Augusto”, istituzione del quartiere

LiceoAugustoAugusto_muralex300“Sull’Appia, in una ridente (come un multiplo incidente con 8 morti) piazza nel semicentro della città di Roma, davanti ad ameni autocarri adibiti al trasloco, benzinai e macchine, si stagliano due graziosissimi palazzoni da quattro piani ciascuno, divisi da un cortile fiorito come la steppa del pianeta Gratsxzst, tra memorie di ragazzi pestati, naziskin e croci celtiche, l’aureo Liceo Augusto, una volta tinto di nero, ci appare ora beige, come la sua tinteggiatura”. Così nel forum della Lega italiana per la tutela dei diritti degli introversi, Davide presenta il liceo “Augusto” di via Appia Nuova. Ed ancora: “La preside, che chiameremo per comodità la Sniacchera, era un tronco di autorevolezza con una noce di rughe come testa, 7 tic violenti al secondo e la voce rauca da trans di chi ha fumato 8 pacchetti di sigarette all’ora dalla nascita”. Ce n’ha anche per la sua professoressa di materie letterarie “che da ora in poi (sempre per comodità) chiameremo L’idrofoba per via delle sue ascelle alla fragranza di zingaro”.

Cinico anche sulle occupazioni: “I fascistoidi di scuola solevano rompere le ossa ai 4 comunistelli che, quindi, un tempo c’erano anche loro, c’erano i sinistroidi che volevano tutti fare filosofia e cambiare il mondo, provarono anche ad occupare la scuola, non ce la fecero. Quelli attuali sono la versione ‘cugini poveri di campagna’ di quelli del Mariani. Le occupazioni, scuola oKKupata da 5 gatti del collettivo, durata 3 ore, o arrivavano i fascistoidi a menarli oppure la Sniacchera intonava il ‘Va pensiero’ ed era meglio di 100 sgomberi, anche perché per sgombrare 5 persone non ci vuole tanto. Anche se avessero fatto 9 occupazioni l’anno su 1000 alunni non si trovavano 10 persone che rimanessero a dormire. Le autogestioni: erano sempre soffertissime, dopo strenue trattative con la Sniacchera, duravano in media 2 giorni e annoveravano corsi come ‘collanine’, ‘corso sull’house’ (genere di musica che va in discodisco) dove potevi entrare in una cappa di sigarette col coattone di turno cogli occhialoni scuri la sigaretta in bocca che metteva i cd nello stereo da 40 euro come un dj professionista gioca coi piatti”.

Al di là di questo “affresco” ironico, il liceo “Augusto” di via Appia Nuova, anzi, di via Gela 14 (e di via Adria) è un vero e proprio emblema della zona. Anche perché, con il suo quasi secolo di vita, rappresenta uno dei pochi licei classici “periferici” della Capitale. Non tanto per l’ubicazione, oggi divenuta semi-centrale, bensì per un’utenza proveniente per lo più dall’ex X Municipio, cioè da Cinecittà e dintorni.

La scuola, strutturata su due palazzine nello stile caratteristico del razionalismo italiano, con palestra e cortile centrali, venne inaugurata nel 1937, parallelamente alla creazione degli altri due licei classici della città, il “Giulio Cesare” e il “Virgilio”.

Il liceo è frequentato da un migliaio di studenti, numero oscillante nella sua storia tra 900 e 1.700 unità. I docenti sono un’ottantina.

Fino agli anni Settanta la scuola ha avuto una succursale esclusivamente femminile in via Appia Nuova angolo via Bobbio, a ridosso di piazza dei Re di Roma, dove oggi ci sono le suore salesiane con oratorio.

Numerosi i personaggi celebri che hanno studiato al liceo “Augusto”. Tra i tanti ricordiamo lo storico Alberto Asor Rosa (maturità 1951), il presentatore del programma Rai “Gazebo” Diego Bianchi “Zoro” (votazione di 48/60 alla maturità, abita ancora a San Giovanni), Massimo Chieli (ex amministratore di Meridiana), l’assessore Michele Civita (maturità nel 1979), l’ex parlamentare Robinio Costi (sezione M, maturità nel 1962), Clelio Darida (ex sindaco di Roma), il giornalista Federico Fazzuoli, il generale Luciano Gottardo, il presentatore tv Flavio Insinna (maturità nel 1985), l’attrice Laura Morante, il parlamentare Roberto Morassut (sezione D, maturità nel 1982), il conduttore radiofonico e scrittore Marco Presta (sezione F, maturità nel 1981), l’attore Gigi Proietti, l’avvocato Romolo Reboa, il chirurgo e professore di chirurgia alla Sapienza Alberto Schillaci, il parlamentare Achille Serra, la giornalista Silvana Silvestri, direttrice di “Alias”, supplemento del quotidiano “Il Manifesto” (sezione G, maturità nel 1966), l’allenatore Andrea Stramaccioni, l’astrofisico Marco Tafani, il geologo Mario Tozzi, il presidente dell’Anica Riccardo Tozzi, l’ex capo di gabinetto del presidente del Lazio Zingaretti, Maurizio Venafro, a capo della comunicazione con i sindaci Rutelli e Veltroni.

Tra gli ex studenti del liceo va ricordato il poliziotto Roberto Mancini, l’agente che per primo ha scoperto la Terra dei fuochi, autore di un’informativa rimasta per anni chiusa in un cassetto e ritenuta non degna di approfondimenti, morto il 30 aprile 2014 e riconosciuto dal ministero dell’Interno come “vittima del dovere”. Una storia emersa grazie soprattutto ad una fiction con protagonista Giuseppe Fiorello. Mancini era nato e cresciuto nel quartiere Don Bosco, in via Pasquale del Giudice. Il libro “Io, morto di dovere” ricostruisce la sua storia.

Per la storia del liceo alleghiamo di seguito il pdf dell’ottima mostra allestita in occasione dei settant’anni dell’istituto (cliccare sulla scritta rossa).
Mostra storia dell’Augusto

Va ricordato che nel 1987 è stata fondata l’associazione degli ex alunni per iniziativa dell’attuale presidente Ferdinando Stirati, augusteo doc, sezione C e maturità nel 1960: anche le sue figlie sono ex allieve. Vicepresidente è il giornalista Antonio Bruni, sezione D, maturità nel 1965.

Ad integrazione della storia del liceo, si possono approfondire certamente “gli anni caldi” coincidenti con il decennio Settanta, iniziati addirittura con un’occupazione di destra nel 1970, poi con occupazioni di sinistra (la più importante quella del 1976, con un documentario Rai).

Ricostruzioni ben effettuate dalla giornalista siciliana Maria Lombardi sul “Messaggero” una ventina di anni fa, con un pezzo dedicato proprio alla storia del liceo “Augusto”. L’articolo ricorda anche tanti episodi curiosi: tra questi, nel 1979, la preghiera islamica di massa per adesione all’ayatollah Khomeyni salito da poco al potere in Iran: centinaia di studenti, nel corso della ricreazione, pregarono per più giorni in cortile, sdraiati per terra, omaggiando una bandiera iraniana e un’immagine dell’ayatollah. Lo stesso folto gruppo si autorganizzò, nel periodo natalizio, prendendo le sembianze di “zampognari molisani” ed esibendosi – vestiti con la pelliccia interna degli eskimi – a scuola e nel quartiere.

Nel 1999 è stato il giornalista (ex augusteo) Fabrizio Caccia a diffondere, dalle colonne del quotidiano “La Repubblica”, la notizia “Bufera al liceo Augusto, la prof dà lezioni di sesso”. Racconta: “Lezione di greco: ‘Ragazze, attente al merlo!’, ‘Ragazze, spero che non andiate al bagno per partorire con l’aiuto della bidella…’. Demostene? Senofonte? Macché. Questa piuttosto sembra una storia dai contorni boccacceschi, storia di mutandine rosse e sudori freddi ai primi banchi, se è vero quello che raccontano i ragazzi del II e III C, mobilitati da tempo contro la loro professoressa, a colpi di lettere al ministero, diffide al preside, sos trasmessi al provveditore”.

Addirittura fuoriuscite dall’aula, manifestazioni di protesta, supporto dei genitori, che chiedono l’allontanamento definitivo della donna, già sospesa una volta, ma poi riammessa con ordinanze del Tar e del Consiglio di Stato.

L’articolo riporta le dichiarazioni di difesa della professoressa: “E’ solo fango, tutto un complotto, una diabolica macchinazione da parte di genitori politicizzati, appartenenti all’ultrasinistra, genitori di studenti somari a cui ho affibbiato in passato qualche 4 in pagella.

I ragazzi, da parte loro, hanno scritto tutto in una lettera inviata agli ispettori della Pubblica istruzione per illustrare il caso “Invece di fare lezione l’insegnante ci intratteneva sui suoi trascorsi amorosi e sessuali… Assumeva poi atteggiamenti alquanto scabrosi in cattedra, mettendo in mostra la sua biancheria intima (slip rossi e collant bucati all’altezza dell’inguine) procurandoci grande imbarazzo, specie a quelli dei primi banchi…”.

Si arriva ai tempi più recenti. E’ il 2009 quando, a seguito dell’occupazione effettuata dal 3 al 7 novembre 2008, la presidenza attua nei confronti degli studenti, per la prima volta in Italia, il sei ed il sette in condotta, aprendo così un dibattito sull’opportunità o meno di tale iniziativa.

E la politica? Dopo gli anni Settanta, poca cosa. Liceo da sempre con maggioranza di sinistra, ma con una forte minoranza di destra spalleggiata dall’esterno. Allora c’era la sezione del Fronte della gioventù della limitrofa via Noto (traversa di via Gela), ragazzi di destra con i rinforzi di via Acca Larentia. Di contro, il comitato di quartiere dell’Alberone, gente per lo più dell’Autonomia operaia.

Uno degli ultimi atti finiti nelle cronache è l’aggressione ad un ragazzo – e ad altri due studenti al suo fianco – da parte di un gruppo di neofascisti il 13 febbraio 2010.

La cronaca del 2011 è invece foriera di una bella notizia: la studentessa Elena Stellino conquista il terzo posto al prestigioso Certamen ciceroniano di Arpino, competizione internazionale in lingua latina. Il primo posto viene conquistato da un altro studente romano, Glauco Schettini, del liceo classico “Mamiani” di Roma.

Nel 2014, in occasione del bimillenario dell’imperatore Augusto, viene effettuato da Valerio Saccone e Gianluca Barbacci uno splendido murales nel portico di via Adria, tuttora presente (riportato nella foto in alto).

Nel 2015 da registrare la petizione su Change da parte dell’associazione Ex Alunni Liceo Augusto Roma per ripristinare l’incontro annuale.