Le antiche attività su via Appia e zone limitrofe

Piazza Alberone 1925Il primo tratto della via Appia, prima della diffusione della motorizzazione, era sede di attività artigianali legate ai trasporti coi carri: erano presenti officine di “facocchi” e “ferracocchi” (rispettivamente fabbricanti e riparatori di carri e carrozze), un venditore di cavalli da sella, uno di foraggi e fieno, un sellare, un artigiano di botti e tinozze. I trasporti più comuni riguardavano i materiali da costruzione,provenienti da dalle vicine cave di pozzolana destinati all’incessante crescita edilizia di quegli anni.
Vicino alla Porta San Giovanni si trovava la sede di una segheria idraulica e del deposito di marmi di Emidio Costa (che utilizzavano il corso dell’Acqua Mariana), una fabbrica a vapore per la produzione di pasta alimentare, alcuni negozi di esercenti nelle vicine cave di pozzolana e di ghiaia, depositi di ferro e ferramenta per fabbriche, di materiale da costruzione, di olii lubrificanti.In via Ardea, ai civici 18 e 20
vi era l’impresa di costruzione di impianti termici e idraulici di Sartorio Giovanni e figlio, fondata nel 1860. Nella zona del Ponte Lungo erano gli stabilimenti meccanici Giacomo Meriggia (in via Appia Nuova al n. 193), la Società Romana per la Fabbricazione del Solfato di Rame e Perfosfati minerali (presso la Stazione Tuscolana), la “Premiata distilleria a vapore eredi Vannisanti”, fondata nel 1857 (con stabilimento in via Appia Nuova 217), la Società Romana Fosfati, attiva dal 1899, ( via Appia Nuova 219), la Società Uranio per la Fabbricazione Prodotti Chimici (al n.276 della stessa via). Diverse attività produttive erano localizzate lungo via Gino Capponi: al civico 19 lo stabilimento Gallone per la produzione di burro e formaggi, alcune ditte di costruzioni edili, la società Mater, produttrice di apparecchiature elettriche, al n. 51. Mi dispiace di non poter arricchire questa ricerca con documentazione fotografica…… Spero di farla più in là!

Informazioni tratte da “Il patrimonio culturale del IX municipio”
riportate da Alfredo Caruso