La catacomba di via Dino Compagni

Ipogeo_Via_CompagniSotto un marciapiede dell’Appio Latino “sopravvive” una splendida catacomba affrescata di una famiglia aristocratica dell’antica Roma. Vi si accede da un tombino ubicato nel marciapiede in via Latina, davanti al civico 258. Ospita circa quattrocento inumazioni.

E’ l’ipogeo di via Dino Compagni, presso via Latina, un cimitero privato degli inizi del IV secolo dopo Cristo, scavato probabilmente in quattro fasi tra il 320 e il 360 dopo Cristo. Venne realizzato per ospitare le salme di una o più famiglie imparentate tra loro. Siccome la struttura conserva pitture con temi sia pagani sia cristiani (scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, quali la caduta di Adamo ed Eva, Noé ubriaco, la cena di Isacco, il Diluvio Universale, Sansone che strozza il leone, il sogno di Giuseppe, Mosè salvato dalle acque, Caino e Abele), s’ipotizza che i membri della famiglia erano divisi tra paganesimo e fede cristiana. Comunque non si conosce il nome o i nomi delle famiglie sepolte.

Gli ambienti offrono un tripudio di colori e un’articolata varietà di soggetti. Tutti gli elementi architettonici, dalle colonne ai timpani, dagli architravi alle zoccolature, sono abbelliti con ghirlande di fiori, uccelli, amorini, animali.

Per quanto riguarda la topografia, cioè la struttura, la catacomba si trova ad una profondità variabile (tra i 12,92 e i 16,20 metri sotto via Dino Compagni) e si sviluppa su un livello lungo due gallerie parallele e distanti tra loro circa 18 metri. Sono attraversate perpendicolarmente da un’altra galleria di oltre 40 metri, che termina con una serie di vestiboli, cubicoli (quattordici) e cripte, l’area più interessante dal punto di vista architettonico e pittorico grazie alla ricca presenza di elementi decorativi, quali stucchi e colonne.

Il primo cubicolo ad essere visitato al momento della scoperta, è stato denominato “Tellus”, in onore della dea pagana simbolo della terra, rappresentata come figura femminile distesa su un campo di grano e papaveri con un serpente avvolto al braccio sinistro.

Dal lato opposto del vestibolo, nell’altro ambiente di forma ovale, sono presenti temi cristiani, quali Sansone che uccide i Filistei con una mascella d’asino.

Non mancano immagini di difficile interpretazione, come quella della cosiddetta “lezione di medicina o di filosofia”, in cui alcuni soggetti in tunica e pallio circondano una sorta di filosofo greco, che mostra il corpo di un bambino sdraiato a terra.

La scoperta dell’ipogeo, nel 1955, fu alquanto rocambolesca. Gli ambienti emersero durante gli scavi per le fondazioni di un nuovo palazzo; ma la sua scoperta fu tenuta nascosta fino alla fine dei lavori. Ciò provocò danni alle strutture e alle pitture della catacomba, causa soprattutto le gettate di cemento armato. Non mancarono improvvisati tombaroli che fecero il resto. Solo a novembre 1955 s’informò la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra dell’avvenuto ritrovamento. Fu allora incaricato padre Antonio Ferrua di visitare gli ambienti; il sacerdote si rese subito conto dell’eccezionalità della scoperta. La complessa fase di recupero durò dal 2 novembre 1955 al 15 giugno 1956.

Leonella De Santis, autrice di una guida alle catacombe di Roma pubblicata da Newton & Compton nel 1997, scrive a pagina 281: “Nei sotterranei l’atmosfera è magnetica, l’emozione è grande. I colori, luminosi, avvolgono il visitatore con caldi toni rossi, bruni e violacei, con chiare pennellate gialle, ocra, arancione e vibranti tocchi azzurri, verdi e grigi: le scene dipinte, oltre un centinaio, rimbalzano da una parete all’altra creando un caleidoscopio variopinto e variegato… A ragion veduta viene definita dagli studiosi la ‘pinacoteca del IV secolo’…”.

Per informazioni rivolgersi alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra tel. 06 4465610 – [email protected].

 

Bibliografia

De Santis Leonella, I segreti di Roma sotterranea, Newton Compton Editori, 2008

De Santis Leonella – Biamonte Giuseppe, Le catacombe di Roma, Editori, Newton Compton, Roma, 1997, pagine 281-289

Testini Pasquale, Archeologia cristiana, Edipuglia, 1980

Mazzei Barbara, Porte e scene d’ingresso nella cultura figurativa della tarda antichità, Università Roma tre