“Idris”, corto di successo girato al Tuscolano

IdrisL’integrazione è un tema che conquista sempre più il mondo del cinema contemporaneo. Tra le ultime produzioni si segnala il cortometraggio “Idris”, girato nel quartiere Tuscolano di Roma. Racconta la storia di un profugo somalo di 10 anni, interpretato da Terry Idahosa Okojie, tra i pochi sopravvissuti ad un naufragio nel mar Mediterraneo, Il piccolo trascorre una giornata con i coetanei in una piscina rionale – appunto sulla via Tuscolana – in una torrida giornata estiva. L’opera è stata girata in tre giorni, tra il 14 e il 16 giugno 2017, nel pieno dell’afa estiva di Roma.

La pellicola, che racconta appunto una storia di integrazione tra bambini problematici di varie etnie (per la regia di Kassim Yassin Saleh), ha vinto il progetto MigrArti 2017 del ministero dei Beni, attività culturali e turismo, sbarcando anche alla 74esima Mostra Internazionale di Arte cinematografica di Venezia. E’ poi passato su Rai Cinema Channel, Rai Cinema web e quindi su Raiuno qualche giorno fa.

La sceneggiatura del lavoro porta la firma di Heidrun Schleef (nel curriculum “La Stanza del figlio” di Nanni Moretti, “Ricordati di me” di Gabriele Muccino, “La parola amore esiste” di Mimmo Calopresti e “L’uomo di vetro” di Stefano Incerti), Alessia Gallo e Adriano Chiarelli, la produzione di Luca Cabriolu e Andrea Di Blasio per Ombre Rosse Film Production (Sardegna) e Andrea Gori per Lumen Films. Il montaggio, a cura di Massimo Quaglia, s’è svolto presso la Seagull Production.

“Da sempre i bambini, quanto gli anziani, mi stanno a cuore – ha dichiarato il regista Kassim Yassin Saleh, originario di Gibuti, da quasi 20 anni abitante a Roma. “Sono categorie fragili. È per questo che mi piace dargli voce. I migranti poi, considerando che lo sono anch’io, mi interessano in modo particolare. Io invece in Italia ci sono arrivato in aereo. Però, attenzione, questo mio corto non tratta solo della fragilità di bambini migranti, ma anche di una fetta di bambini italiani altrettanto sfortunati. C’è chi ha un padre in galera, chi una madre che si sta disintossicando. Il disagio sociale non conosce frontiere”, Kassim, prima di diventare regista, ha svolto un’infinità di lavori, tra cui muratore, benzinaio, parcheggiatore e commesso.