Facebook: tanti i reati e gli illeciti sottovalutati

FacebookFurti d’identità, pioggia di ingiurie e di molestie, talvolta nella piena diffamazione. E non manca la pubblicazione di foto di minori, compiuta con leggerezza. Frequentissime le violazioni del diritto d’autore. Questi alcuni dei reati sempre più frequenti nei social, anche nei nostri quartieri, con la convinzione – il più delle volte – dell’anonimato o dell’impunità da parte di chi compie il reato.
Una delle azioni più frequenti è il cosiddetto “furto d’identità”. Cioè un individuo attiva un account Facebook falso, in genere con il nome di un altro soggetto. Spesso si utilizzano nomi di personaggi famosi per godere delle reazioni del pubblico. Talvolta il furto riguarda soltanto l’immagine del profilo: del resto questa prassi veniva utilizzata già nel lontano passato da alcuni giornali scandalistici che costruivano storie inventate con immagini di stranieri del tutto ignari, addirittura reperite in cimiteri lontani dall’Italia. In qualche caso, il web replica queste cattive abitudini. C’è chi lo fa anche per non apparire nel web, quindi senza troppa malizia o perfidia. Viceversa, non mancano coloro che lo fanno per danneggiare l’immagine di qualcuno, talvolta nel caso di ragazzi abbandonati da ex ragazze in una sorta di vendetta. Talvolta si sottraggono immagini di ragazze piacenti per richiedere amicizie e alimentare il mercato dei contenuti di natura pubblicitaria.
Per contrastare il furto d’identità si può segnalare a Facebook e presentare una denuncia alla polizia postale.
Altro frequente prassi, di cui s’è spesso occupata la cronaca, è l’ingiuria (illecito civile che può tramutarsi in multa), fino alla minaccia. Ne sono pieni soprattutto i commenti, per cui tanti giornali seri hanno preferito disattivare del tutto i commenti o perlomeno moderarli. In questo caso, per difendersi occorre prima recuperare la prova del fatto (basta uno screenshot, di fatto una fotocopia da far autenticare ad un notaio), recuperare qualche testimone quindi procedere con la causa (diritto civile), ma estremamente lunga e complessa, oltre che costosa. Più gravi le molestie e le minacce (stalking), dove si entra nel procedimento penale.
C’è poi la diffamazione, reato aggravato dal contesto pubblico. Qui scatta la querela a carabinieri, polizia postale o alla Procura della Repubblica. Il colpevole può essere rinviato a giudizio e la vittima potrebbe chiedere il risarcimento.
Infine la violazione dei diritti d’autore, azione sempre più frequente: la duplicazione di una qualsiasi opera costituisce un illecito. A cominciare dalle fotografie recenti, dai video (spezzoni di un film) o da brani musicali.
Da non dimenticare il diffuso caricamento di foto di minori di 18 anni: comunque è un crimine. Situazione estremamente grave quando coinvolge altri minori, ad esempio amici di un figlio: non mancano genitori che agiscono penalmente.