FOCUS / Elezioni Sicilia: prime osservazioni

SiciliaAd una prima lettura, le elezioni siciliane, al di là delle complesse dinamiche locali, confermano sostanzialmente tre tendenze generali.

La prima riguarda il cosiddetto “partito del non voto”. Coloro che non si recano alle urne sono ormai maggioranza anche nel nostro Paese, che fino a qualche anno fa vantava percentuali “bulgare” di votanti. Oltre la metà degli elettori (53,23 per cento) non s’è recata ai seggi siciliani, percentuale più o meno in linea con la tornata di cinque anni fa (affluenza in calo dello 0,65 per cento rispetto ad allora), ma decisamente più bassa rispetto a dieci anni fa – venti punti in meno – quando vinse Raffaele Lombardo contro Anna Finocchiaro. L’affluenza del X Municipio di Roma è ancora più significativa: s’è fermata al 36,15 per cento, ben 20 punti percentuali in meno rispetto al primo turno delle comunali di appena un anno fa.

Una seconda tendenza è rappresentata dalla crisi della sinistra – o più precisamente delle “sinistre” – nel complesso. Cioè non si verifica nemmeno il travaso di voti tra Pd e una sinistra antagonista riunificata. Certo, in Sicilia il Partito democratico paga anche la disastrosa esperienza del governo regionale guidato da Crocetta, che cinque anni fa ottenne però il 30,5 dei consensi. Quindi la sconfitta brucia parecchio, specie per un Pd che probabilmente finirà sotto al 15 per cento dei consensi.

Il terzo elemento è il chiaro spostamento a destra dell’elettorato attivo. In Sicilia superano la prova tutte le formazioni di quest’area, dalla rediviva Forza Italia (che torna sopra al Pd) all’ottimo risultato dell’Udc-Libertas-Rete democratica (sopra agli alfaniani) fino a Fratelli d’Italia e alla Lega, che si conferma ormai forza nazionale. Nel X Municipio di Roma la destra è ancora più marcata, con il risultato di Casa Pound davvero clamoroso, il cui candidato ottiene oltre il 9 per cento dei consensi e risulterà decisivo per il ballottaggio tra centrodestra e Cinque Stelle.

Per completezza, due parole pure sui Cinque Stelle che in Sicilia ottengono un’ottima affermazione, ma non vincono, com’era nei loro piani. Il voto dimostra, quindi, che non riescono a “sfondare”, in particolare non riescono ad intercettare appieno l’enorme onda di protesta che finisce nel non-voto. Un risultato, per loro, poco lusinghiero in vista delle elezioni nazionali tra pochi mesi.

(Domenico Mamone, presidente Unsic)