Secondo i numeri dell’ufficio comunitario di statistica, la crisi ha pesato soprattutto sul Lazio in Italia, che nel periodo considerato ha pagato il prezzo più elevato alla crisi dopo Umbria e Campania. Il reddito medio nella nostra regione è passato da 34.100 euro, il più alto dopo il Trentino-Alto Adige, la Valle d’Aosta e la Lombardia, a 31.600, per cui oggi siamo stati superati anche dall’Emilia-Romagna e tampinati dalla Toscana, che negli anni della crisi è rimasta più o meno stabile. Peggio del Lazio hanno fatto solo Umbria e Campania.
Nonostante i tanti proclami e le solite “luci in fondo al tunnel”, la crisi continua a picchiare duro. Soprattutto a Roma.
Tradotto in potere d’acquisto rispetto alla media europea, stimato il valore Ue a quota 100, l’Italia è scesa da quota 105 a quota 96, il Lazio segna una perdita secca di 16 punti (da 130 a 114), seguito dalla Liguria con 14 punti (da 118 a 104), Piemonte (da 113 a 100), Lombardia (da 138 a 126), Friuli-Venezia Giulia (da 112 a 101), Emilia-Romagna (da 127 a 117) e Marche (da 102 a 92). Il ricco Veneto scende di otto punti, ma rimane comunque sopra la media Ue, a quota 108, come la Toscana, scesa da 110 a 104. Al Sud: la Calabria è passata da 65 a 59, la Sicilia da 69 a 62, la Puglia da 66 a 63, la Basilicata da 75 a 69, la Sardegna da 78 a 72, il Molise da 81 a 75.