Com’è malridotta Villa Fiorelli…

Quando visiti Villa Fiorelli, parco di un ettaro realizzato 90 anni fa dall’architetto Raffaele De Vico sul modello del verde pubblico inglese, una domanda sorge spontanea: sarà questa la “transizione ecologica” di cui tanto sentiamo parlare?.

La Villa di forma circolare, nei pressi di San Giovanni, è attraversata da stradine interne intitolate a giornalisti. È stata restaurata a fine 2019, quindi di recente. Il restyling, però, non ha toccato l’area centrale, dove appare un buco nero corrispondente a due siti importanti. Il primo, di fronte a largo Paolo Frajese, è l’ex edificio storico del Servizio giardini, che dovrebbe curare il verde e invece da anni è ridotto a una cloaca. Il secondo è il Centro anziani, un tempo frequentato da centinaia di persone del quartiere e oggi sepolto dall’incuria. Buono per una pellicola horror.

Nel cortile dell’ex Servizio giardini c’è un lavabo con un rubinetto aperto da mesi, a riprova dell’attenzione che riceve la villa. Chi paga? Noi ovviamente. All’esterno campeggia ancora la tabella di un cantiere del 2006 che elenca dei lavori per oltre 480mila euro. A due passi svetta la targa deturpata che ricorda Garibaldi, il quale, ospite dei Fiorelli, dopo la caduta della Repubblica romana, radunò lì i suoi. Se fossimo a Parigi, i nostri cugini, che fanno i soldi pure con il giro turistico delle fogne, avrebbero trovato il modo di ricavare uno spazio a pagamento. Noi invece lasciamo che i graffitari oltraggino impunemente la storia.

Un parco avrebbe bisogno di manutenzione e controllo costanti. Restaurarlo e poi abbandonarlo a sé stesso, equivale a gettare i soldi dalla finestra. È necessario un nuovo modello di tutela in sinergia con il privato. Senza la cura quotidiana, fra non molto, a Villa Fiorelli il buco nero inghiottirà la ciambella intorno, generando una nuova isola di degrado. I comitati dei cittadini riprenderanno le proteste e dopo qualche anno il Comune interverrà, spendendo un’altra montagna di soldi. E così via all’infinito. È la storia di questa città. Altro che transizione ecologica. Totò avrebbe detto, “ma mi faccia il piacere”.

Sergio Iacomoni, presidente del Movimento Storico Romano