Città metropolitane, a che servono?

città-metropolitanaPer chi non lo sapesse, da quasi due anni sono entrate in funzione le cosiddette “Città metropolitane”, che dovrebbero sostituire le Province, almeno nelle grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, ecc.). Sono stati fatti i nuovi loghi, sono timidamente partiti alcuni siti internet, ma cosa stiano facendo queste nuove istituzioni nel concreto rimane un mistero per molti.

L’unica cosa certa è che domenica s’è votato per i “parlamentini” (gli ennesimi, insieme a quelli dei Municipi romani) di questi nuovi enti che potrebbero ricordare il Senato previsto dalla riforma costituzionale Renzi-Boschi, cioè composto da consiglieri locali. A votare, infatti, non sono stati i cittadini-elettori, come avveniva per le Province, ma i sindaci dei Comuni interessati. I risultati, tanto per cambiare, rappresentano un bel pasticcio.

Al di là di una timida partecipazione, il problema è che mentre nei Comuni e nelle Regioni in cui s’è votato anche di recente si sono costituite nette maggioranze, nelle Città metropolitane il voto s’è più o meno diviso tra i tre gruppi dominanti, cioè centrosinistra, centrodestra e Cinquestelle.

Così a Roma, il comune più vasto e popoloso con un’area metropolitana che include 121 municipi, il sindaco Virginia Raggi (M5S), che è anche di diritto sindaco della Città metropolitana, si ritrova nove consiglieri (passando dai due precenti), ma sono pochi per governare rispetto ad un totale di 24. Il centrosinistra ne ha otto (con Marino aveva 16 seggi) e il centrodestra appena sette.

Immaginiamo già i pasticci che verranno fuori. A cominciare, si teme, da una mozione per il Sì alle Olimpiadi 2024 che potrebbe contare su una maggioranza trasversale destra-sinistra.

Davvero c’era bisogno di queste Città metropolitane? Non costituiscono l’ennesimo spreco? Non rischiano di creare addirittura più danni delle Province? E mentre all’estero questi enti vengono creati per aree con almeno qualche milione di residenti, da noi c’è persino Reggio Calabria. Siamo in Italia.

 

(Titty Pirola)