Cassazione: insultare su Facebook è diffamazione aggravata

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(foto: Jens Büttner/dpa/Corbis)
(foto: Jens Büttner/dpa/Corbis)

Diffondere messaggi offensivi tramite Facebook è un reato. Si tratta di diffamazione aggravata. E’ quanto ha stabilito la Cassazione. Praticamente la bacheca del più popolare social network è equiparata alla prima pagina di un giornale per quanto riguarda la diffusione di messaggi offensivi.

L’intervento della Cassazione ha riguardato una vicenda di diffamazione aggravata ai danni dell’attuale presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca. Nel periodo in cui era commissario straordinario della Croce Rosa Italiana, nel 2010, è stato bersaglio di attacco sul social da parte di un componente in congedo del corpo militare della Croce Rossa, il quale lo apostrofava come “verme” e “parassita”. Nel dettaglio, la Quinta sezione penale ha evidenziato che “la diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso della bacheca Facebook integra un’ipotesi di diffamazione aggravata poiché ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone”. La suprema corte ha confermato la condanna al pagamento di una multa da 1.500 euro.

Rocca alla querela aveva allegato la stampa delle pagine Facebook. La Cassazione ha riconosciuto come “oggettivamente lesive della reputazione” frasi quali “parassita del sistema clientelare” o “quando i cialtroni diventano parassiti”.