Auguri “autentici” a tutti

Adorazione-di-Gerrit.-UffiziLa “festa” è – o perlomeno potrebbe essere – circostanza di gioia. Un’occasione di compiacimento che dovrebbe germogliare e trovare la sua forza innanzitutto in noi stessi. Una ricorrenza che ci dovrebbe rinnovare – e quindi “regalare” – quei significati profondi che danno un senso e quindi aiutano a vivere meglio l’esistenza. Come ha ben scritto Enzo Bianchi, in questa occasione occorrerebbe innanzitutto stupirsi del miracolo della vita stessa.

Purtroppo, specie negli ultimi decenni, le feste – o presunte tali – sono state annacquate come pretesti di illogico consumo o di artefatto divertimento. Basta pensare ad Halloween, al “Black friday” o ad altri futili ripieghi di distrazione e di shopping. Anche le festività natalizie, il più delle volte, rischiano di finire nella stessa corrente.

Eppure il Natale rappresenta un’opportunità unica per riscoprire i significati più profondi della nostra esistenza. E’ evento di portata universale, di fraternizzazione, quindi di abbattimento di ogni barriera. E’ celebrazione della nascita del più grande “rivoluzionario” della storia, Gesù Cristo, e della “rassicurante” presenza di Dio, di un Dio alla portata di tutti gli uomini, “nella nostra carne mortale” come ci ricorda Sant’Agostino. E’ festa cristiana, ma non solo: traendo probabilmente origine dalla festa romana del “Sole invitto”, richiama l’irreversibile trionfo del sole, della luce, dello splendore sulle tenebre. Del bene sul male. Dell’altruismo sull’egoismo. Della tolleranza sulla violenza. Della vita sulla morte. Papa Francesco ricorda che il nostro destino più vero è essere trasformati dall’amore.

Se ci dessimo una mano, Natale durerebbe tutto l’anno, si augurava Gianni Rodari. Se ci dessimo una mano ci sarebbero meno armi nel mondo e si perpetuerebbe quella “Tregua di Natale” che i soldati inglesi e tedeschi attuarono spontaneamente per un solo splendido giorno durante la prima guerra mondiale. E ci sarebbe più disponibilità per i bisognosi. Più lavoro per i disperati. Più comprensione per i sofferenti.

Il Natale è, dunque, festa della speranza che lenisce le inquietudine di tanti uomini. E’ il richiamo ad un’esistenza ricca di senso autentico, umana, incentrata su relazioni sincere. Capace, appunto, di riaffermare la luce, di far riemergere i buoni sentimenti, di ritrovare la bellezza in un mondo degenerato, preda dell’irresponsabilità. E’ verità definitiva dell’esistenza, per citare Giovanni Paolo II.

Forti di questo senso autenticamente spirituale della ricorrenza, che non la rende un rito ripetitivo ma fonte di proficuo rinnovamento, auguriamo buone feste ai lettori, ai collaboratori, all’umanità tutta perché Natale venga celebrato con serenità e sacralità.

(Domenico Mamone, presidente Unsic)