Area di via Cesena: decenni di attesa


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ViaCesena

Anni di vere e proprie “battaglie civiche” – tra manifestazioni, sit-in, petizioni e convegni – per trasformare l’area demaniale tra via Cesena e via Urbino, in costante abbandono, in un giardino al servizio della cittadinanza.

Diverse generazioni, di padre in figlio, impegnate a salvaguardare uno dei pochi spazi verdi dell’intero quartiere dagli assalti speculativi. Stagioni di mobilitazione, con banchetti permanenti, raccolte di firme, striscioni alle finestre.

Potrebbe costituire la traccia di un romanzo di Italo Calvino la storia dell’area verde tra via Cesena, via Urbino, ma anche via Sciacca e via Rimini, nel comprensorio urbano tra via Taranto e via Appia Nuova, nel quartiere San Giovanni. Una storia lunga almeno trent’anni, da quando l’ex garage della Polizia su area demaniale è stato abbandonato.

Da allora tanti progetti, voci, incontri, la nascita di comitati spontanei di cittadini perché quel piccolo polmone verde fosse finalmente riqualificato e assegnato alla città. Tante le passerelle degli amministratori locali seguite – more solito – dal nulla di fatto.

Si arriva al 2008, epoca del sindaco Alemanno, quando l’area viene inserita nel protocollo di scambio Comune-Agenzia del Demanio: in pratica la proprietà passa al Comune. Passaggio poi perfezionato dalla delibera numero 75 del Consiglio comunale, data 28 dicembre 2013. Un apposito ordine del giorno e un emendamento approvato nella delibera 75 chiarisce che l’area di via Cesena è “un’area a verde esclusivo” in quanto l’acquisizione da parte del Comune “dovrà essere subordinata alla realizzazione esclusiva di un giardino al suo interno”, senza alcuna realizzazione in cemento, come richiesto dai residenti.

Nel frattempo, però, le minacce di una diversa destinazione si sono fatte concrete. La spada di Damocle s’è chiamata “Pup”, cioè la realizzazione di parcheggi e box interrati al posto degli alberi. Il 14 giugno 2010 rappresenta una data emblematica in tal senso: una società edile, con un contratto temporaneo di locazione dell’area, nel corso della partita Italia-Paraguay dei mondiali di calcio, si presenta con un camion pieno di attrezzature e forzando il lucchetto del cancello dell’area tenta di introdurre all’interno alcuni macchinari. Un blitz fallito sia per la presenza di auto davanti al passo carrabile sia per la vetustà di un cancello immobilizzato dalle erbacce, ma anche per l’intervento di centinaia di cittadini, spontaneamente mobilitati e scaltri nel richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

Poi nuove mobilitazioni, presidi, incontri, la raccolta di 3.400 firme in pochi giorni a favore del verde. Fino all’assicurazione pubblica dell’allora assessore Marchi: nessuna concessione a società private. I giornali finalmente titolano: “Via Cesena, ha vinto il verde pubblico: l’area demaniale verrà riqualificata”. Ma quando?

E infatti passano gli anni e poco si muove. Aumentano soltanto le carte, per quanto non risolutive, che confermano l’opzione del giardino: un atto di indirizzo della Commissione congiunta Ambiente-Mobilità-Metro C del 13 dicembre 2014, una risoluzione del Municipio VII di qualche giorno dopo, una proposta di pedonalizzazione dei Comitati di zona. Atti importanti in quanto, perlomeno, riducono il rischio – sempre presente – che ripiombi il progetto dei parcheggi interrati.

Non manca un’obiezione: il valore di scambio fissato nel 2010 sarebbe troppo alto (2,4 milioni di euro) con un semplice giardino quale destinazione finale. Mentre sarebbe ben “adeguato” se si costruisse un’infrastruttura in cemento armato, come un Pup.

Ma i cittadini contano ancora qualcosa?