Alla Fattoria di Fiorano, sull’Appia, il tour Vite-bio

Giovedì 25 luglio toccherà la Fattoria di Fiorano in via di Fioranello, lungo la strada per Ciampino aeroporto, il tour Vite-Bio promosso per il secondo anno consecutivo da Certis Europe.  Si tratta di un programma di appuntamenti che stanno percorrendo la Penisola da Nord a Sud, per informare sullo sviluppo di strategie di difesa per la viticoltura biologica.

Il tour ha già toccato aziende agricole a Castelvetro di Modena, e a Turrita di Montefalco (Perugia). Martedì sarà a Montalcino (Siena). Dopo l’appuntamento di giovedì 25 luglio alla Fattoria di Fiorano, lunedì 29 luglio sarà ad Alghero (Sassaro) e gran finale mercoledì 31 luglio in un’azienda agricola di Altomonte (Cosenza).

Il 2019 segna per Certis il 15° anno di attività in Italia e, con una nuova edizione del Tour Vite-Bio, il Gruppo intende proporre un focus sull’utilizzo di soluzioni a base di prodotti rameici, in risposta alla più recente normativa europea.

La pubblicazione del regolamento UE 2018/1981 del 13 dicembre 2018 ha, infatti, concluso l’iter legislativo di rinnovo dell’approvazione europea riguardo alle sostanze attive a base di rame (idrossido di rame, ossicloruro di rame, ossido di rame, poltiglia bordolese e solfato di rame tribasico), normalmente impiegate anche in agricoltura biologica per i loro effetti fungicidi e battericidi. La questione risulta ancora più complessa se si considera che il Regolamento limita l’uso di prodotti fitosanitari contenenti composti di rame ad un valore massimo di 28 kg/ha di rame nell’arco di sette anni (vale a dire, in media, 4 kg/ha/anno).

«Le ultime disposizioni del Legislatore – commenta Fabio Berta, responsabile tecnico di Certis Europe – mettono di fronte a sfide impegnative soprattutto chi adotta protocolli di difesa biologica. Come Gruppo internazionale specializzato nella fornitura di soluzioni per le colture specialistiche, intendiamo con questa nuova edizione del “Tour Vite-Bio” offrire un vero e proprio supporto ai viticoltori professionisti, esponendo loro anche lo stato della ricerca e soluzioni innovative per mantenere inalterati i livelli di efficacia per preservare le loro produzioni».

La definizione delle tappe del tour potrebbe variare in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli alla presentazione dei campi vetrina.

La storia della Fattoria di Fiorano affonda le radici nella personalità di Alberico Boncompagni Ludovisi, Principe di Venosa, che nel 1946 ha ereditato un terreno sull’Appia Antica, alle porte di Roma, decidendo quindi di impiantare un numero limitato di filari di quattro vitigni (Merlot, Cabernet, Semillon e Malvasia di Candia), da coltivare secondo canoni antesignani della moderna agricoltura biologica. Insomma, un antesignano della sostenibilità e del rispetto della terra e della natura.

Con il passare del tempo, il Principe di Venosa ha prodotto dai suoi vitigni un vino rosso e due vini bianchi unici, e la storia di Fiorano è diventata la leggenda di un uomo restio a vendere anche poche bottiglie, schivo, deciso a proteggere dal mondo il particolare rapporto con le sue uve al punto da eliminare quasi tutti i filari nel momento in cui ha sentito di non poter più garantire loro la sua cura.

Dalle viti superstiti e da questa stessa terra, Allegra, Albiera e Alessia, le tre nipoti del Principe, hanno deciso di ripartire. Una continuità di intenti e di valori all’interno della stessa famiglia, ma una rinnovata maniera di vivere la Fattoria di Fiorano. Non solo il vino, però, rappresenta il flusso ininterrotto attraverso le generazioni: per fare il pane, le tre sorelle mantengono vivo il lievito madre ereditato da nonno Alberico, che considerava il grano come il simbolo del legame con la terra. L’orto garantisce la freschezza e la stagionalità dei suoi prodotti. I formaggi di capra e i pecorini, il latte e le carni delle mucche frisone, il miele e l’olio, tutti prodotti nella Fattoria, sono tra le ricchezze che oggi offre la Fattoria di Fiorano a chi desidera fare parte di una storia singolare.

(Gia. Cas.)