A scuola in bici, ma mancano le rastrelliere

Nel nostro quartiere stanno aumentando le piste ciclabili. È un buon segnale, anche se i problemi non mancano. Non sempre si sono scelti i percorsi migliori, specie quando le bici debbono viaggiare nelle strade più trafficate dalle auto, mentre si sarebbero potuti studiare percorsi alternativi riservati alle due ruote.

Inoltre alcuni tratti delle piste sono realizzati male, sono pericolosi, con allargamenti e restringimenti (vedi quella sulla Tuscolana), ci sono troppi incroci e semafori, la pista è spesso piena di tombini (sotto il ponte della Stazione Tuscolana, ad esempio). Alcune piste sono protette da un cordolo mentre altre sono segnate unicamente con vernice gialla, a ridosso dei parcheggi e del traffico veicolare.

Pur apprezzando ovviamente la novità, è indubbio che aver ignorato le esigenze di altre categorie stia accentuando la conflittualità tra automobilisti (causa il notevole taglio di parcheggi), pedoni (sono stati eliminati attraversamenti semaforici pedonali, ad esempio in via La Spezia) e ciclisti. Le proteste di questi giorni a San Giovanni sono la prova che i cittadini non gradiscono la trasformazione di strade in autostrade, come in via Taranto, in via Monza e in via La Spezia e soprattutto il taglio di tantissimi parcheggi, senza soluzioni alternative, come la creazione di almeno un paio di maxiparcheggi in zona, ad esempio utilizzando il grande sotterraneo dell’ex deposito dell’Atac in piazza Ragusa, lasciando invece il piano terra a progetti per servizi ai cittadini (sport, cultura, ecc.).

Infine: mentre si promuove l’uso della bicicletta, perché non collocare rastrelliere in tutti i cortili delle scuole? In alcune scuole già ci sono, ma in altre no. Specie in questo periodo di pandemia, si eviterebbe a noi ragazzi di dover prendere gli autobus affollati, con rischi reali di contagio.

(Giovanni Castellotti)