14 maggio 1944 – All’Appio i romani difendono i partigiani

Il maggio del 1944 è un mese cruciale per la resistenza romana. è passato un mese e mezzo da via Rasella, poco più di un mese dalla battaglia del monte Tancia, poco meno dal rastrellamento del Quadraro, una settimana prima si era tentata la strada dello sciopero generale, ma nonostante le speranze dei romani gli alleati sono ancora inchiodati ad Anzio.

Molti gappisti sono stati dislocati fuori dal centro storico della città dopo gli intensi mesi invernali, per chi è rimasto la vita clandestina è molto dura: l’esercito occupante agisce come una bestia ferita, colpisce a caso, intensifica le “attività investigative” basate sulle confessioni estorte con la tortura e le delazioni.

È proprio a seguito della delazione di Guglielmo Blasi, il gappista che avevano tradito i suoi compagni, che gli uomini del reparto speciale di polizia diretto da Pietro Koch arrestano il 14 maggio Carlo Salinari, Raul Falcioni, Duilio Grigioni, Luigi Pintor, Silvio Serra e Franco Calamandrei. Quest’ultimo riesce a fuggire dalla sede del comando del reparto, la pensione Jaccarino, ingannando i suoi custodi, gli altri verranno torturati e condannati a morte. Si salveranno solo per l’arrivo degli alleati il 4 giugno.

Nella stessa giornata, agenti della stessa banda Koch sorprendono in un bar di via Aosta quattro partigiani, Ottorino Altieri, Giovanni Bevacqua, Luigi Moro e Giulio Mazzocchi. Mentre si apprestano ad arrestarli, vengono circondati dalla folla che tenta di liberare i 4 antifascisti. Gli uomini di Koch aprono il fuoco uccidendo tre clienti del locale: Maria Carmosino Di Salvo, che stramazza a terra ferita a morte, Luigi Mortellini, un ragazzo di 16 anni, e un bambino di 11 anni.

(da ROMA CITTA’ APERTA – Gli anni della guerra)