100 anni fa nasceva Nino Manfredi, un ragazzo vissuto all’ Appio Latino

Nino Manfredi nacque a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone, il 22 marzo del 1921, ma sin da piccolo visse a Roma. Dopo vari spostamenti dal Tuscolano all’ Appio Latino, si stabilì sull’Aventino, vale a dire sul più bel colle di Roma. L’attore, laureato in giurisprudenza, fu  molto apprezzato per la sua simpatia e la sua professionalità e ha fatto tanta televisione, fìlm commedia e anche film storici. Scompare il 4 giugno 2004.

Riprendiamo un’intervista di qualche anno fa a cura di Gianfranco Gramola:

“Nino come era Roma nella tua infanzia?”

“Come tutto nella vita, Roma me la sono conquistata. Sono partito da Castro dei Volsci e la prima tappa è stata al Mandrione, in mezzo agli zingari, ma eravamo ancora molto fuori Roma. Oggi è nel mezzo del quartiere Tuscolano. Dal Mandrione ci avvicinammo alla Caffarella, vicino al ponte della Ranocchia che si chiamava così perché c’erano le rane, i fossi e i campi. Era ancora tutta orti e vigne. A quindici anni ci trasferimmo in via Pozzuoli e a trentatre anni, da sposato, in via Robecchi ma sempre fuori Porta San Giovanni. Finalmente a quarant’anni sono entrato nelle Mura, mi sono piazzato sull’Aventino da dove non mi sono più mosso. E’ stata una conquista durata una vita e mossa solamente dall’amore per questa città. Pensa Gianfrà che all’epoca, quando i romani dicevano:”…annamo a fa ‘na gita for de porta “ venivano vicino a casa mia , all’Alberone, che era considerato un piccolo paese, dove c’era il cinema teatro Arena Italia, detto “er pidocchietto “ dove ebbi i miei primi contatti con il cinema ed il teatro, Tom Mix , i fratelli Martana ed il Fanfulla.Quando si aveva più soldi si andava al teatro Appio o al Massimo , dove ho conosciuto Aldo Fabrizi e dove vidi il mio primo film sonoro, che ci sconvolse tutti perché non ci spiegavamo il prodigio tecnico. Lì ho conosciuto il vero teatro come si faceva a Roma, vedendo il famoso Cacini ; il pubblico partecipava moltissimo al punto che partiva da casa con tutto l’occorrente per lo spettacolo , con i giusti strumenti di lancio…è lì che assistetti alla famosa battuta:” Beccate ‘sta gattata “… e gli tiravano un gatto morto sul palcoscenico.

(Da intervisteromane.net)

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