Via Apulia, i laboratori dell’associazione “Dema”

DemaDema è il nome di una divinità, un antenato primordiale, che viene sconfitto e ucciso, ma dai suoi frammenti nasceranno piante e vegetali commestibili. Questo mito rappresenta l’idea centrale attorno alla quale si è sviluppato il lavoro dell’associazione con l’omonimo nome della divinità: Dema. La filosofia che anima il gruppo è conseguente: la creazione di ciò che è commestibile e nutriente, l’assimilazione, l’interiorizzazione e la trasformazione, partono dalla frammentazione, in un andamento circolare di scomposizione e rinascita. “Questi processi vitali – sostengono le promotrici del progetto – sono la base della formazione dell’Io, del gioco e della crescita, per un bambino come per l’adulto. Così come la coltivazione di piante e tuberi anche tali fenomeni circolari di attesa, frammentazione, creazione, ricomposizione, hanno bisogno di un tempo e di uno spazio rispettosi e giusti, dove per giusti s’intende possibili e necessari per la stagione della persona, della sua materia, delle sue risorse”.

Così ogni attività proposta parte dall’idea fondamentale che lo spazio di esperienza non proponga forme precoci e predisposte cui adeguarsi, ma crei le condizioni necessarie per condurre la persona a sentire ed esplorare le proprie sensazioni, dando valore a queste ed alle forme che da queste nascono.

L’associazione “Dema”, che ha sede nel quartiere San Giovanni, ha quindi per finalità la promozione di condizioni ed esperienze di benessere psicofisico del singolo e dei gruppi, dell’incontro intergenerazionale, di produzioni artistiche, di una pedagogia della competenza, della dimensione del gioco come condizione centrale dell’espressività, attraverso laboratori psicoeducativi e artistici (quali laboratori di pittura, creta, danza, musica, poesia, canto, video, fotografia), consulenza clinica, interventi a mediazione artistica, con particolare attenzione al rispetto delle fasi di sviluppo della persona ed al contesto sociale in cui l’associazione interviene

L’associazione propone pertanto diverse attività tutte inerenti la cultura, intesa come coltivazione delle proprie possibilità espressive, della soggettività, delle relazioni e delle esperienze di piacere e benessere. Cultura intesa anche come “cura verso gli dei”, in una metafora che osserva la persona come un paesaggio di divinità.

 

I LABORATORI – Numerosi i laboratori proposti dall’associazione “Dema”. Di particolare rilevanza quella che ha al centro la manualità con la creta. La denominazione è “Un villaggio a forma di creta” ed è rivolto ai bambini dai tre anni in su. E’ a cura di Diana Magri, la quale spiega: “Ogni volta che osservo le creazioni dei bambini e degli adulti con la creta ne rimango affascinata, ed ogni volta che le osservo di nuovo continuo ad esserne attratta come da una forza magnetica che mi spingerebbe a restarci ore solo a contemplare quell’opera. E’ un segno dell’altro, della sua presenza, del suo passaggio di vita, del suo gesto, di una parte del suo essere. Sincero. Puro. Quella scultura parla, esprime, dice di sé malgrado sé ed è tangibile. Ai miei occhi ed alle mia mani ogni pezzo di creta esplorato da qualcuno diventa prezioso come un reperto archeologico, ritrovato proprio in quel momento sotto il mio sguardo. Mi sembra di assistere ed essere testimone di una grande scoperta! Chi esplora e crea con la creta diventa ai miei occhi un archeologo-scultore che crea ridando luce a parti di sé, scoprendo ancora nuovi gesti. Per questo amo parlare di esplorazione tattile: è una parola che comprende conoscenza, avventura, ricerca, accadimento e proprio per questo può contenere ed accogliere ogni tipo di gesto”.

Altro laboratorio, sempre a cura di Diana Magri, è “Tangibile”, attività sensoriale per adulti curiosi ed esploratori. La stessa dottoressa Magri cura un laboratorio di movimento e danza per donne e uomini intitolato “Attraverso lo spazio”.

Altro fiore all’occhiello dell’associazione “Dema” è l’atelier di pittura denominato “Bosco dentro”, a cura di Isabelle Dehais (maggiori informazioni: http://boscodentro.weebly.com/il-gioco-del-dipingere.html).

“Bosco dentro” è uno spazio organizzato per lo svolgimento del “gioco del dipingere” come lo esercita Arno Stern nel suo atelier “Le Closlieu” a Parigi, dove da più di 50 anni accoglie nei suoi laboratori bambini dai tre anni in su, adolescenti e adulti. In questo contesto dipingere diventa per il bambino o l’adulto l’esperienza del contatto con il proprio segno, un segno portatore di un codice universale che Stern ha denominato “formulazione” in grado di dialogare con la necessità della persona nelle sue varie fasi evolutive. Il ruolo del praticien non è quello di maestro ma di “servitore” a disposizione della persona che non viene mai apprezzata o giudicata per la qualità del suo operato ma vista, sostenuta e incoraggiata nella sua capacità di fare. Nella preoccupazione di permettere al bambino di crescere autonomamente nel proprio gioco senza la necessità dell’approvazione di un adulto, non è previsto mostrare l’operato del bambino ai genitori se non nel suo insieme in fine corso e comunque in assenza del bambino stesso. Il “Gioco del dipingere” è strutturato come un vero gioco con delle regole incentrate intorno al “tavolo tavolozza” con i suoi 18 colori. Promuove la capacità naturale della persona a centrarsi e concentrarsi esprimendo liberamente la sua individualità attraverso il piacere dei colori mentre cresce la sua abilità nel maneggiare i suoi strumenti di lavoro (manualità fine) e un sano sentimento di competenza senza dinamiche di competizione.

 

PERCHÉ LABORATORI INTERGENERAZIONALI? – Un gruppo intergenerazionale ripropone una struttura sociale naturale dove le diverse età si incontrano e si contaminano – nel senso positivo della parola – generando ricchezza per ciascuno. Per imparare il bambino piccolo si affida alla sua osservazione e all’imitazione di ciò che osserva facendo anche prove per capire qual è il modo, comportamento più funzionale per lui nell’immediato. Ogni età incontra nuove necessità e quindi nuove modalità. Allo stesso tempo in questo contesto il bambino e l’adulto vengono considerati sullo stesso piano, utilizzano lo stesso materiale e ciascuno viene assistito secondo la propria necessità. Il ruolo del praticien mira a fare si che ognuno si senta a suo agio in questo momento di libera espressione e il bambino piccolo potrà osservare che anche l’adulto si fa aiutare per attaccare il suo foglio di carta, spostare una puntina oppure per prendere uno sgabello. Per l’adulto invece la presenza del bambino è una grande fonte di gioia e la sua libertà espressiva di grande ispirazione. Ma il gruppo intergenerazionale porta anche per l’adulto un’esperienza dove la diversità viene vissuta serenamente rafforzando un senso di sé, il laboratorio non celebra “il bambino “ in ciascuno di noi ma promuove l’individuo singolare in ciascuno di noi, nel qui ed ora.

 

ARTITERAPIE – Le consulenze psicologiche possono essere una delle possibili strade da percorrere per dedicare un tempo ed uno spazio al contatto con sé, all’ascolto, all’espressione di se stessi, basandosi sull’ esperienza di una nuova relazione di sostegno. Gli strumenti utilizzati dall’associazione sono il dialogo e, se si ha piacere e desiderio, anche i canali artistici, quali la creta, il canto, la musica, la danza, la pittura, la poesia. L’incontro avviene nel rispetto della persona e del codice deontologico che prevede il segreto professionale.

Quando un’arte può diventare strumento terapeutico? “Mettendo l’accento sull’importanza dell’esperienza e del processo svolto in un ambiente non giudicante, ogni espressione e sentimento può trovare valore e diritto di esistere – spiega l’animatrice. “E’ la soggettività della persona che trova valore ed importanza, prim’ancora che interpretazione e significato. Punto di partenza e di esperienza è la relazione terapeutica stessa, non la realizzazione di un prodotto e di un opera. Utilizzare uno strumento artistico può favorire la possibilità di esprimerci, di dare valore e forma al nostro modo di sentire, prendendo coscienza e arricchendo il nostro modo di percepire noi stessi e arrivando a concepirci forse con una possibilità in più. Il canale artistico ci consente di fare direttamente esperienza di questo. Le esperienze suggerite partono dalla natura del proprio modo di essere, in una particolare dimensione di rispecchiamento che l’arte ci offre, prendendo contatto con se stessi, dando valore ad un intimo personale intento espressivo”.

L’ottica utilizzata si basa sull’approccio Psicofisiologico Bio-esistenzialista (Prof. Vezio Ruggieri- A.E.P.C.I.S.)

E’ possibile prenotare i colloqui su appuntamento: dottoressa Diana Magri, psicologa e arteterapeuta, iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio, diplomata al Master in Artiterapie ad indirizzo Psicofisiologico, cell. 333-2264516, [email protected]

 

CHI SONO LE ANIMATRICI? – Isabelle Dehais, nata in Canada ma vissuta in bilico tra Francia e Stati Uniti, nell’età adulta ha scelto l’Italia dopo aver seguito studi di restauro pittorico a Firenze. Da allora la sua vita ha sempre ruotato intorno all’espressione artistica nelle sue varie manifestazioni. Con la nascita dei suoi due figli e la voglia di dedicar loro tempo sono arrivate le esperienze della genitorialità e dell’infanzia che le hanno aperto nuove porte sul processo artistico e le sue funzioni all’interno del vissuto della persona. Alla ricerca di approfondimenti ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma e si è laureata in scultura nel 2008. Quattro anno dopo si è diplomata al “Master triennale di arte terapia ad orientamento psicofisiologico integrato” che fa capo alla cattedra del professore Vezio Ruggieri, docente alla Sapienza di Roma. In contemporanea a questa formazione ha svolto laboratori per bambini presso scuole dell’infanzia con l’associazione culturale “Matrix”. Nel 2013 ha incontrato la ricerca di Arno Stern e ha seguito la sua formazione a Parigi con l’obiettivo di aprire un atelier in grado di riproporre l’esperienza del “Closlieu” di Parigi a Roma. Fa arte per lei stessa e per gli altri con la convinzione “che sia uno strumento unico e prezioso per l’auto-conoscenza e la conoscenza dell’altro”.

Diana Magri, l’altra responsabile dell’associazione, è psicologa, arteterapeuta, diplomata al master triennale di Artiterapie ad orientamento psicofisiologico diretto dal professor Vezio Ruggieri (A.E.P.C.I.S.), ha una formazione artistica in danza, voce e canti tradizionali.

Accanto all’attività di psicologa, conduce gruppi nei laboratori di movimento, danza, danze popolari, creta narrazione e canto per bambini, adulti e disabili presso scuole materne, d’infanzia, elementari e di formazione teatrale, centri di aggregazione per l’infanzia di Roma (progetto Musimondo; progetto Mus-e Onlus; La magia del Teatro di Dario d’Ambrosi; Associazione “Matrix”, coop Folias, Coop. Patatrac). Nel 2013 ha deciso, insieme ad Isabelle Dehais, di proseguire il lavoro seminato in questi anni, aprendo la nuova realtà associativa “Dema”. Considera ogni forma espressiva emergente dalla radice comune della soggettività che ci suggerisce quanti modi esistono di entrare in contatto con sé stessi e con il mondo. In ogni percorso con bambini e con adulti pone attenzione ai processi ed ai percorsi di crescita, conoscenza e creazione.

L’associazione “Dema” propone anche feste-laboratorio per gruppi di massimo 15 persone per festeggiare compleanni ed eventi speciali. Protagonista ancora la creta, ma anche il collage e la pittura. La festa-laboratorio dura 2 ore e può essere svolta sia in sede sia presso il luogo del festeggiamento.

Informazioni: associazione “Dema”, via Apulia 20, Roma, e-mail [email protected].