Via Appia, riaprono il 1 maggio le catacombe di Vigna Randanini

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immRiaprono il primo maggio 2016 con un nuovo restyling le catacombe di Vigna Randanini tra via Appia Antica e Appia Pignatelli. Ormai terminati i restauri per salvare il più antico cimitero ebraico di Roma del III secolo d.C., le catacombe quasi invisibili di Villa Torlonia scoperte nel 1918 e scavate soltanto nel 1974.
Dopo dieci anni dall’accordo firmato nel 2005 dalla Soprintendenza archeologica di Roma, dall’Unione delle comunità ebraiche e dalla Soprintendenza capitolina per la valorizzazione delle catacombe, la società Imar srl si è aggiudicata i lavori finanziati dal Mibac. Il Ministero ha anche elaborato i piani di ristrutturazione delle catacombe Torlonia, uno dei due soli cimiteri ebraici decorati e ricco di cunicoli che assieme a quello di Vigna Randanini sulla via Appia (l’unico aperto poche volte l’anno e celebre per i suoi cubicoli dipinti) è sopravvissuto alla distruzione dei sei antichi esistenti a Roma. I lavori, per un importo totale di 664mila euro, iniziati nel 2015 e finalmente terminati. Sono state  consolidate le gallerie ipogee, costruiti i percorsi di visita, recuperati e ricollocati i reperti mai esposti, restaurati gli affreschi, le scritte, le lapidi dell’area sotterranea di 12mila metri quadrati dove si trovano 4mila sepolture disposte su vari livelli.
Il nucleo più antico, del III secolo d.C., è denominato «catacombe delle epigrafi»; il secondo, del IV secolo, detto «delle pitture» è ricco di affreschi che arredano i perfetti cubicoli dipinti con i simboli della religione ebraica.

Ripercorriamo ora la storia:

La comunità ebraica romana commissionò tra la fine del II e il IV secolo d.C.  la creazione di alcuni cimiteri, distinti dalle aree sepolcrali pagane; di questi, l’unico conservato è la vasta catacomba di Vigna Randanini, situata nell’area della via Appia ed ubicata precisamente tra il II e il III miglio della via. Più precisamente la catacomba, la cui scoperta casuale nel Maggio del 1859 destò grande scalpore per l’evidente natura ebraica del complesso, si estende tra la via Appia e la via Appia Pignatelli, coprendo un’area di  circa 18.000 m². Presenta un ingresso su entrambe le strade, e sulla via Appia Pignatelli si conserva una sala destinata a scopi rituali. La catacomba si sviluppa su due livelli per una lunghezza complessiva di circa 700 m, dei quali approssimativamente 400 sono ancora percorribili. La pianta è fortemente irregolare, articolata in zone distinte, apparentemente raccordate senza un piano unitario: già dall’osservazione della pianta si possono infatti riconoscere nuclei differentemente caratterizzati, per i quali è plausibile immaginare origini differenti e acquisizioni successive, dovute all’ampliarsi dei bisogni della comunità ebraica romana. Eccezionale è la presenza di alcuni cubicula, vere e proprie ‘cappelle private’ di famiglie o gruppi, che presentano particolari programmi decorativi. La catacomba, accessibile sebbene in proprietà privata e quindi esclusivamente con visite guidate,. è unica nel panorama mediterraneo per lo stato di conservazione e per la presenza di numerose decorazioni pittoriche di soggetti quanto mai  vari, relativi sia alla tradizione pagana che a quella ebraica,  per la caratterizzazione di intere regioni del sepolcreto a kôkhim (le tipiche sepolture ebraiche scavate in senso normale rispetto alla direzione delle gallerie) e per il gran numero di iscrizioni (molte ancora in sito) che ha restituito. Determinare una cronologia assoluta per la catacomba di Vigna Randanini è impossibile: i dati disponibili sono attribuibili tra il II al IV secolo d.C., con una netta preminenza di quelli di III e IV, periodo al quale si dovrà attribuire la sua massima espansione