Il triste primato di Piazza Re di Roma: la più grande sala da gioco d’Europa

sala giochi

Un giorno dopo l’altro, giocata dopo giocata, le slot machine hanno invaso la città. Così Roma, negli ultimi anni, ha conquistato la poco invidiabile etichetta di capitale del gioco d’azzardo. Cifre da guinness dei primati quelle che emergono dalle rilevazioni di Open Data: sono 718 le sale giochi aperte nel territorio del Comune per un totale di oltre 50mila macchinette mangiasoldi, tra videopoker e slot. Dal 2012 al 2013 l’espansione è stata inarrestabile e, nel giro di 12 mesi, il numero di “bische” si è quasi triplicato. Nel quartiere Appio, poi, si registra un altro record: il più grande locale d’Europa, con le sue 900 postazioni di gioco, si trova a piazza Re di Roma.

” Solo lì dentro possono quindi giocare e rovinarsi contemporaneamente 900 persone»
È la denuncia di monsignor Enrico Feroci, direttore della Carità diocesana di Roma, intervenuto ieri pomeriggio alla Camera dei deputati alla presentazione del VI Festival della dottrina sociale della Chiesa (Verona, 24-27 novembre 2016). Alla Caritas giungono «tantissime persone e famiglie rovinate dall’azzardo».

Mons. Feroci ha osservato come «la più grande concentrazione dell’azzardo si trovi nei quartieri più popolari, dove si manifesta anche un altro fenomeno legato alla povertà e all’indebitamento: i compro oro».

E se «i danni dell’azzardo sono sempre più visibili, in maniera dura e triste, questi poveri, spolpati da sciacalli, da chi sono – si è chiesto – politicamente rappresentati oggi? Chi li protegge, chi li tutela? E, al contrario, chi li affossa?».

Il gioco d’azzardo è un’industria, ovviamente stretta nella mani di un club di aziende, che produce utili e tasse a favore delle casse pubbliche e non solo, conviene a molti politici conniventi che traggono dei benefici economici dal rilascio delle licenze. Ma anche patologie sociali, vere e proprie epidemie.