Il tram 3, i controllori e il carabiniere…

Atac-tram-3Giovedì 5 aprile 2018. Ore 13,30 circa. Sul tram 3 entrano quattro controllori, un uomo e tre donne, tutti abbastanza giovani. Solita agitazione tra gli utenti.

Ad un certo punto una giovane donna straniera, pescata senza biglietto, si rifiuta di tirare fuori il documento. Alle cortesi sollecitazioni da parte del giovane controllore, in perfetta lingua inglese, comincia ad alzare la voce, tira fuori un tesserino da giornalista della Georgia e rinnova il rifiuto con molta durezza.

A questo punto il controllore si ricorda di aver visto – durante l’ispezione – un tesserino da carabiniere e rintraccia questa persona molto alta e robusta, circa quarantenne, con la barba, che se ne sta tranquillamente seduta. Gli chiede di intervenire. Lui prima tentenna, poi dice di lasciar perdere la ragazza perché minorenne (in realtà dimostra almeno trentacinque anni). Quindi scende a Piramide dicendo che non ha tempo, nonostante il controllore lo richiami al suo dovere professionale (un carabiniere deve sempre intervenire per legge, anche se in borghese). Del resto il carabiniere non paga il biglietto grazie al tesserino e al suo ruolo professionale. La gente è allibita e commenta. Bella figura per la gloriosa Arma quando è rappresentata da carabinieri del genere che danneggiano l’immagine di tanti colleghi.

Per la cronaca, la giornalista georgiana che urla in inglese (ma i presenti pensano che parli perfettamente l’italiano perché capisce ciò che dicono gli altri) non cede di un passo e i quattro controllori sono costretti a perdere tempo con lei per almeno mezzora, fino ad indurla a scendere per chiamare le forze dell’ordine. Sottratte ad altri compiti, probabilmente più importanti, a causa di un carabiniere che non ha fatto il suo dovere.