Terremoto, trema di più Roma Est: la mappa del rischio nei quartieri

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L’Appio-Tuscolano, il Tiburtino e la Nomentana sono tra i quartieri che nel 2009 hanno visto aumentare la pericolosità sismica di un punto, mentre l’Eur, la Storta e la piana del Tevere sono zone meno soggette alle onde del terremoto. La mappa della Regione che pone Roma nella «zona sismica 2 e 3» ossia con una pericolosità medio-bassa, divide la Capitale in due grandi aree, e il Tevere fa da spartiacque. La scala da 1 a 4 (da molto bassa ad alta sismicità) si riferisce all’onda tellurica. «A Roma è più a rischio il centro storico rispetto a Ostia — dichiara Antonio Colombi, geologo della Protezione Civile, uno degli autori della mappa — perché ci sono edifici storici con case arroccate e vicine con vicoli stretti». Cercando di individuare differenze tra quartieri «non si può generalizzare tra le colline come i Parioli, Monteverde e Monte Mario, si può solo dire che dove ci sono spazi aperti, c’è meno rischio».
E inoltre: «Il Gianicolo sulla circonvallazione non è a rischio: anche se lì si creano le voragini, non è per un vuoto che crolla tutto, le voragini non si collegano ai terremoti». E se l’ultimo terremoto con epicentro a Roma, che risale all’ 800, abbassa la probabilità che se ne verifichino altri, la prevenzione del rischio è comunque assente: «Bisognerebbe fare una manutenzione programmata degli edifici». La normativa messa a punto nel 2009 riguarda tutte le nuove costruzioni che devono seguire le direttive antisismiche, ma anche le ristrutturazioni degli edifici già esistenti. E per gli ospedali e le scuole? «C’è obbligo di legge: sono definiti edifici “strategici” anche nelle zone a sismicità bassa. Bisognerebbe fare una verifica per vedere se rispettano la normativa».
(Corriere.it)