Da piazza Ragusa per realizzare uno “storytelling” d’eccezione

IMG_2119Una settimana – dal 21 al 25 novembre 2017 – di appuntamenti creativi tra workshop e passeggiate artistiche nei quartieri del VII municipio durante le quali i partecipanti vengono accompagnati da architetti/esperti d’arte e fotografi in luoghi della città dove possono realizzare il proprio storytelling. Infine, sabato 25 novembre, il “Bauci Camp” presso il “Talent Garden” di Cinecittà, una giornata di presentazione e visione dei lavori realizzati nei giorni precedenti e un’occasione per immaginare insieme nuovi temi da lanciare sulla piattaforma e costruire appuntamenti (con gli interventi del professor Massimo Canevacci, noto antropologo della Sapienza e Massimo Lico, Ceo Visual Storytelling Academy Italia e Visual Storytelling Agency).

Questa, in sintesi, l’iniziativa “Bauci Park” in corso di svolgimento nei nostri quartieri. Un progetto firmato dall’associazione culturale “Bluecheese Project”, sodalizio attivo dal 2000, specializzato nell’elaborazione di dispositivi culturali protesi all’inclusione di nuovi linguaggi ed esperienze artistiche. L’iniziativa nel VII municipio è parte del programma di “Contemporaneamente Roma 2017” promosso da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e in collaborazione con Siae.

A promuovere gli eventi è dunque questo collettivo di promoters, creativi (molto) e professionisti di diversi settori riuniti, appunto, nell’associazione “Bluecheese Project”. Un gruppo che ha da sempre trovato nel confronto e nella collaborazione con le molteplici realtà che popolano il tessuto culturale e artistico cittadino, ispirazione al proprio lavoro. Dalla sua nascita ad oggi ha avviato numerosi confronti e collaborazioni con istituti quali l’Accademia di Francia, il British Council, il Ghoete Institut; ha realizzato progetti con l’Unione europea, il Comune di Roma, la Regione Lazio, la Provincia di Roma,

“Esiste una città oltre le nuvole che si regge su lunghi trampoli, è Bauci la città invisibile di Italo Calvino – si legge in un testo di presentazione dell’iniziativa. “Da lassù gli abitanti guardano al mondo con occhi diversi, si affacciano e scoprono altre angolazioni. Lì, abbiamo costruito un parco – il Bauci Park – dove incontrarsi per raccontare ciò che si è visto e poi, insieme, procedere per altre osservazioni”.

Il progetto “Bauci Park” si concretizza in una piattaforma web dedicata al visual storytelling, un luogo di formazione e diffusione della cultura visuale. Sui social network – in collaborazione con IgersRoma – è attiva la call to action #ilfuturoinsieme; con questo hashtag si può inviare una foto o un video di massimo 30 secondi e partecipare così alla creazione di uno storytelling collettivo.

Tra le iniziative messe in atto, una passeggiata che ha preso il via da piazza Ragusa, in compagnia dell’architetto Jacopo Fedi e della fotografa Sara Palmieri. Presenti una ventina di persone, per lo più architetti e residenti fuori zona, che hanno avuto così modo di scoprire – da diverse e originali angolature – alcuni scorci del quartiere, compreso uno sguardo – davvero eccentrico e autentico nel contempo – dai binari morti (davvero defunti…) della stazione Tuscolana, una città “altra” che si protende, perlomeno nella visione reale e onirica, verso il Pigneto e il Mandrione.

Il gruppo, munito di macchine fotografiche d’antan (il fascino del vintage), s’è soffermato in particolare sul secolare e affascinante deposito dell’Atac (ex Sta) di piazza Ragusa, oggi purtroppo in stato di abbandono e di decadenza. Occhiate più approfondite hanno permesso di ammirarne i particolari, tra cui le numerose teste di lupo all’entrata su via Tuscolana. Quindi, limitrofo, un colpo d’occhio sui due castelli di piazza Asti, da poco restaurati, dove vive – originalità dopo originalità – una comunità religiosa lituana e al cui piano terra sorgeva una storica tipografia, Failli, oggi trasferita sul Raccordo anulare. Le numerose, residue e, in un certo senso, ancora rassicuranti presenze di splendidi e alberati edifici religiosi – da quello delle Dorotee in via Matera a quello del Gianelli nella via omonima, dall’Immacolata di via Monza all’ex convento di via Alcamo (oggi sede dell’Istituto europeo del design) ha accompagnato la storia edilizia più che secolare del quartiere, con presenze già a fine Ottocento e, più numerose, degli anni Venti-Trenta, fino agli interventi del Governatorato e di Ina Casa, soprattutto per la ricostruzione postbellica.

La passeggiata s’è animata di vere e proprie scoperte, come un piccolo garage di via della Stazione Tuscolana, che ospita una splendida Fiat 1.100 perfettamente conservata, appartenuta – nemmeno a farlo apposta – ad un sacerdote. Perché, in un quartiere comunemente denominato “San Giovanni”, la presenza spirituale è quasi d’obbligo. I campanili che svettano, come quello di Sant’Antonio a piazza Asti, rappresentano quasi un monito.

Sabato prossimo sarà possibile ammirare, presso il Talent Garden di Cinecittà, le tracce fotografiche – quindi “finalmente” fisiche – di un tour decisamente intriso di proficua idealità. Cellulari spenti e città invisibile riconquistata. Non si escludono, allora, presenze a sorpresa negli scatti: chissà che non affiori un Marcello Mastroianni nel furore degli anni adolescenziali, quando viveva proprio dietro piazza Ragusa, in via Pescara, e andava a prendere l’acqua alla fontanella di via Taranto (insieme ad Enzo Siciliano) e diede il suo primo bacio davanti alla scuola Duca d’Aosta. In fondo, in questo quartiere riscoperto nella sua vena fantastica, a pensarci bene anche Fellini trovò il suo primo alloggio, in via Albalonga, a lungo citata nel film “Roma“. E le prime sedi del mondo del cinema italiano, prima di conquistare Cinecittà, si trovavano in via Foligno e in via Vejo. Passeggiate del genere invitano a riconquistare la memoria e l’umanità. Complimenti per l’iniziativa, insomma.

(G.C.)