Personaggi dell’Appio: Alessio Danesi, ovvero il mondo del fumetto

Alessio-Danesi-okE’ un pianeta esteso e affascinante quello del fumetto. Con l’Italia che ha rivestito e riveste un ruolo da protagonista. Qualche nome? Gian Luigi Bonelli con il suo Tex, Bonvi con Sturmtruppen, Guido Crepax con Valentina, Angela e Luciana Giussani con Diabolik, Hugo Pratt con Corto Maltese. E come non citare Andrea Pazienza, creatore di personaggi indimenticabili come Zanardi, Pentothal, Pompeo, Pertini. E poi Gallieno Ferri e Guido Nolitta “padri” di Zagor, Silver con Lupo Alberto, Alfredo Castelli con Martin Mystère, Tiziano Sclavi con Dylan Dog, Leo Ortolani e il suo Rat-Man fino ai successi di Zerocalcare. Una lista che potrebbe continuare all’infinito.

Il mondo dei fumetti ha un nome molto qualificato e conosciuto, tra i massimi esperti del mercato dei comics. E’ quello di Alessio Danesi, un “prodotto” dell’Appio-Tuscolano. E’ stato fino a qualche mese fa direttore editoriale della RW-Lion, casa editrice di Batman e Superman in Italia, ex supervisore e coordinatore di Magic Press, nonché collaboratore di XL di Repubblica. Ha sceneggiato fumetti e fotoromanzi e curato collane di allegati editoriali come “Maestri del Fumetto” e “Batman La Leggenda”.

Di recente è stato ben intervistato da BadComics.it, uno dei punti di riferimento digitali per gli appassionati del fumetto. E Danesi ha rilanciato un elemento centrale: il negozio che vende fumetti. “È finito il tempo in cui il negozio è un mero magazzino dove il lettore arriva, compra e se ne va, quella è l’edicola e non può essere la fumetteria – spiega. “Se guardi anche da noi, i comic shop che hanno più successo sono quelli che creano eventi, le cui mura sono vive. Nel negozio in cui andavo io da piccolo c’erano molti fumettisti, non erano grandi nomi, ma si poteva parlare, si creava gruppo. Era bello”.

E’ un riferimento al suo quartiere, l’Appio-Tuscolano, dove il discorso della comunità è molto importante. “L’Appio-Tuscolano, per statistiche, ha una delle più alte concentrazioni di fumetti venduti in Italia – informa. “Il perché è semplice da capire, è aritmetico: molti licei (alveo della lettura consapevole di fumetto) sono numerosi, ci vivevano un sacco di autori e poi hanno aperto tante fumetterie, non c’è un altro quartiere a Roma con così tante fumetterie. Col tempo, gli autori hanno messo in piedi sei studi differenti, che vivono il quartiere e organizzano eventi. Il quartiere ‘respira fumetto’, e tutto questo è contagioso. Mi ricordo che in terza media una professoressa mi fece una lezione sui fumetti, non è un caso. Gli alunni degli anni precedenti al mio, evidentemente, gli avevano chiesto notizie di questo medium”.

Ed ancora: “Il fumetto non è il cinema, dove vai con gli amici. Il fumetto è un dialogo uno a uno tra il lettore e l’autore, il mondo esterno è escluso. Ma una volta chiuso l’albo il sentimento che hai ricevuto lo vuoi (e lo devi) condividere col resto del mondo. La fumetteria deve diventare quel luogo di condivisione, deve generare un network di persone che si parlano e che quindi poi comprano… L’alternativa non esiste. L’alternativa è Amazon: allora ordini il tuo fumetto, ti arriva a casa, lo leggi, insulti la gente sui forum se non ti piace e finisce lì. La fumetteria è un luogo con quattro mura e dentro delle persone, c’è la possibilità da parte del commerciante di parlare col proprio pubblico, consigliarlo e indirizzarlo nelle scelte e quindi non perderlo”.