Parco degli Scipioni

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Senzanome

Il Parco degli Scipioni copre un’area compresa tra le antiche
vie Latina e Appia (ora via di Porta San Sebastiano), all’interno
della cerchia delle Mura Aureliane. È il frutto di una
sistemazione archeologica che ha recuperato e valorizzato
due importanti testimonianze funerarie dell’antica Roma: il
colombario di Pomponio Hylas e il sepolcro degli Scipioni. Un
lungo viale centrale che parte dall’ingresso di via di Porta
Latina attraversa il Parco incrociando viali collaterali. Alberi ad
alto fusto, pini e cipressi, e piante mediterranee, lecci, allori e
mirti, fiancheggiano i resti archeologici. D’estate il parco ospita
iniziative e manifestazioni per bambini e ragazzi.

Dove si trova: Municipio I, Rione XIX – Celio
Epoca: 1 928 -1 931
Estensione: 1 6.000 mq
Ingressi: via di Porta Latina 1 0, via di Porta San Sebastiano (attualmente chiuso)

Sin dal XVII secolo l’area risulta caratterizzata da vigne ed orti
disposti verso la via Latina. Al 1 61 4 risale la prima scoperta
moderna del sepolcro degli Scipioni, ramo della celebre
famiglia dei Corneli, realizzato agli inizi del III sec. a. C. dal
console Lucio Cornelio Scipione Barbato, il cui sarcofago,
ornato da fregi dorici e con iscrizione in versi saturni, si trova ai
Musei Vaticani. Si tornò a scavarlo nel 1 780, mentre l’area
circostante, che manteneva la sua vocazione agricola,
passando di proprietà in proprietà, restituiva in successione
altre significative testimonianze di epoca romana. Nel 1 831
infatti il marchese Pietro Campana scopriva il colombario di
Pomponio Hylas, con mosaici e affreschi, databile al I sec.
d.C., e a partire dal 1 840 nell’attigua Vigna Codini venivano
messi in luce tre colombari, con belle decorazioni a stucchi e
pitture, pure databili al I sec. d.C.
Dopo l’unità d’Italia, il Comune acquistò la zona archeologica e nel 1 926 la X Ripartizione Antichità e Belle Arti avviò il restauro integrale del sepolcro degli Scipioni, acquisendo dopo due anni, i terreni circostanti che avevano conservato la destinazione rurale, sì da consentire un diretto collegamento tra il sepolcro e il colombario di Pomponio Hylas. Il progetto del giardino fu affidato a Raffaele de Vico che terminò i lavori nel 1 931 , adeguando l’impianto del parco alla
variazione altimetrica della zona, con la creazione di un contrasto visivo tra alberi di piccole dimensioni, usati nella zona più bassa, ed alberi d’alto fusto lungo gli assi principali; in prossimità delle rampe fiancheggianti il Sepolcro furono scelti esemplari di specie mediterranee classiche: alloro, mirto, oleandro, cipresso e pino.
Dal 1995 il parco ospita la manifestazione culturale “Roma in tasca”