Mezzi pubblici a San Giovanni, testimonianza di Eduardo Di Blasi

EDiblasiIl giornalista Eduardo Di Blasi c’ha scritto un bel post sul “Fatto quotidiano” per raccontare la disavventura di uno “sfortunato” 28 dicembre 2015 alle prese con i mezzi pubblici della Capitale.

“La città, come ben sanno le cronache locali, da anni ha deciso che il sistema di trasporto pubblico è da considerarsi una sorta di optional per i cittadini – racconta Di Blasi. “Da oltre un lustro, ad esempio, gli investimenti più consistenti riguardano una fantomatica metropolitana (denominata “Linea C”) che nelle intenzioni avrebbe dovuto collegare la cittadina di Pantano a San Pietro e nella pratica arriva in mezzo a via La Spezia, a un chilometro a piedi dalla fermata della linea A di San Giovanni – continua il giornalista.

Partendo dalla stazione di Malatesta della linea C alle ore 10,35 (biglietto giornaliero a 1,50 euro e promessa di Atac di “aumentare le corse”), “il cittadino” apprendeva che il primo treno della metropolitana sarebbe andato in direzione “Lodi” dopo appena “22 minuti”. E così succede. Arrivato in via La Spezia, una quarantina di accoliti attendevano un autobus (il 51), presente ma spento e chiuso. Così “il cittadino” decideva di andare a piedi.

A San Giovanni, una dozzina di minuti dopo, provava ad infilare il biglietto da un euro e cinquanta già obliterato, nella macchinetta della metro A. Ingoiato per qualche secondo, poi sputato. E non apriva. Seconda volta in un’altra macchina: nulla. Finché un signore con pettorina Atac lo lasciava passare.

Arrivo al lavoro: ore 11,45. Un’ora e una decina di minuti per fare sette chilometri e mezzo. A piedi, avvisa Google Maps, ci si metteva un’ora e trentuno.
 
 
 
 
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