L’autostrada di via La Spezia

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via La Spezia

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via La Spezia cantiere

Grande spazio alle auto private, poco o nessuno ai pedoni e ai ciclisti, nella nuova sistemazione di largo Brindisi e via La Spezia, con l’apertura della stazione Metro C di San Giovanni, che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini.

E’ questo il risultato, da oggi visibile a tutti, dell’ennesimo scempio compiuto ai danni dei cittadini romani.

Soprattutto di centinaia di bambini, genitori e insegnanti delle scuole materna ed elementare Carducci, dei ragazzi che frequentano il liceo Russel, degli utenti della Biblioteca Appia e delle Poste di via Taranto.

In spregio ad ogni regola del vivere civile, alle richieste dei cittadini e delle istituzioni e ai dettami dell’urbanistica, si sta per riconsegnare una delle aree più pregiate della Capitale al consueto caos del traffico automobilistico privato.

Il risultato sarà che grandi masse di veicoli privati torneranno ad intasare le strade del nostro quartiere, utilizzando via La Spezia come un prolungamento della Tangenziale est, per raggiungere l’Eur, Ostia e la Pontina o i quartieri del Centro storico.

Eppure il Municipio VII di Roma Capitale si era espresso chiaramente nel febbraio 2016, chiedendo formalmente che l’area venisse parzialmente pedonalizzata, con una risoluzione votata quasi al’unanimità dal Consiglio municipale. Anche l’attuale Assessore alla mobilità, Marco Pierfranceschi, assicura: “Interverremo sull’utilizzo di quelle sistemazioni viarie”, d’accordo con la Presidente Monica Lozzi. Lo stesso Enrico Stefàno, in un’intervista a Radio Vaticana di lunedi scorso, ha confermato gli orientamenti della giunta comunale per una parziale pedonalizzazione di largo Brindisi: “Stiamo lavorando in quella direzione. La città va un po’ ridisegnata privilegiando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile”. E in un post scrive: “Purtroppo non è stato possibile intervenire su questi temi prima della chiusura del cantiere, perché a Giugno si è chiuso questo processo che durava da un anno e mezzo con il Contraente Generale”.

E i cittadini, che da anni chiedono maggiori spazi per i pedoni e per il trasporto pubblico, come mai sono stati esclusi da questo processo?

Come mai la volontà democratica della cittadinanza non è stata rappresentata nella conferenza dei servizi?

Chi ha organizzato e gestito questa conferenza dei servizi, del tutto sorda alle istanze dei cittadini?

I quali chiedono solo che si rispetti quanto previsto dalla legge. Infatti gli strumenti urbanistici in vigore – il Piano regolatore e il Piano del traffico – prevedono che debba essere disincentivato il flusso veicolare privato che “attraversa” i quartieri e che, in corrispondenza delle porte storiche (come Porta San Giovanni) si realizzino isole ambientali.

A nulla sono valse le petizioni (800 firme raccolte in un giorno ad aprile 2016), i progetti di pedonalizzazione discussi dal 2014 in conferenza urbanistica municipale, decine di riunioni di cittadini con commissioni municipali e comunali. A nulla sembra essere valsa, finora, l’interlocuzione con le istituzioni comunali, che pure, a parole, sembravano aver mostrato una certa disponibilità.

Oggi invece è sotto gli occhi di tutti il nuovo assetto viario, identico se non peggiore rispetto a quello di 15 anni fa.

Dopo ben 10 anni di cantieri, si restituisce al quartiere un’area degradata, da un punto vista ambientale e commerciale. Senza le grandi alberature, tagliate da Metro C per far spazio ai cantieri, senza più il Giardino di largo Brindisi, riqualificato dal Municipio nel 2002 con soldi pubblici. E con una grande autostrada, senza neanche un semaforo pedonale, che accrescerà i rischi per i pedoni, così come è oggi a via Magna Grecia.

Come si vede nella foto, i marciapiedi non sono stati allargati di un centimetro!

Con il risultato che lo spazio per i pedoni è veramente molto ridotto, come si vede nella foto iniziale.

Insomma, per accompagnare i bambini a scuola d’ora in poi bisognerà farsi il segno della croce.

 A sinistra, la colata di cemento a sostegno del filo del marciapiede di fronte alla scuola Carducci.
Inizialmente si pensava che il marciapiede sarebbe stato ampliato almeno di 50 centimetri, visto che i cittadini chiedevano un marciapiedi di 4 metri.

(Comitato San Giovanni)