I funerali di Alberto Sordi a San Giovanni

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ROMA – Ore 9.20. Un grande, lungo applauso parte dalla folla (oltre 250.000 persone secondo il Campidoglio) che si è raccolta in piazza San Giovanni, davanti alla Basilica dove si celebrano i funerali di Alberto Sordi. Il feretro entra nel portone della chiesa seguito dal sindaco di Roma Walter Veltroni, che tiene al braccio la sorella dell’attore, Aurelia. Dalle 8.30 di questa mattina i romani aspettavano il passaggio del corteo funebre lungo tutto il percorso, da via dei Fori Imperiali a via Merulana. Nelle strade i manifesti del Comune di Roma: una foto di Albertone e la scritta “Roma tua ti saluta”. E oggi nella capitale i taxi circolano listati a lutto, con un nastro nero appeso ad ogni antenna.
Chi è riuscito a entrare nella Basilica ha trovato sulla sedia la foto di un Sordi sorridente che aveva sul retro questa frase: “Ci sono artisti verso i quali si prova ammirazione, ci sono artisti verso i quali si prova gratitudine. Grazie Alberto! Ci hai aiutato a vivere meglio”. Grandi schermi sono stati montati nella piazza, ed anche nelle navate laterali della imponente chiesa, per permettere a tutti di seguire la cerimonia religiosa officiata dal cardinal Ruini.
Grandi schermi necessari, perché la partecipazione dei romani è davvero straordinaria. Piazza San Giovanni è stracolma. Una folla ordinata, commossa. Uno striscione scritto in rosso su fondo bianco recita: “Ieri un americano a Roma, oggi un romano in cielo”.
Partecipano ai funerali le massime cariche dello Stato. Ci sono il presidente Ciampi, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, il ministro Urbani, il sottosegretario Gianni Letta, il ministro Gasparri. L’attuale sindaco di Roma Walter Veltroni, e quello che l’ha preceduto, Francesco Rutelli, il presidente della Regione Francesco Storace e quello della provincia Silvano Moffa. Assenti invece Pera e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Presenti, naturalmente, tanti protagonisti del mondo dello spettacolo: quelli che parleranno nella commemorazione che ci sarà dopo la cerimonia dal palco montato in piazza (Carlo Verdone, Gigi Proietti, il regista Ettore Scola), e ancora Renzo Arbore, Valeria Marini, Fabrizio Frizzi, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Giorgio Bracardi, Marisa Laurito, Luciano De Crescenzo.
“La sua era una fede semplice”, ha detto il cardinale Camillo Ruini nell’omelia, “una fede che aveva le parole del catechismo”. Il cardinale ha poi detto che “Sordi ha interpretato l’animo e il carattere tipico degli italiani, come ogni grande attore ha espresso alcuni aspetti e dimensioni che sono universalmente umani perchè fanno parte della miseria e della nobilità del cuore dell’uomo”. E ancora ha proseguito: “Facendoci sorridere di noi stessi, ma facendo venire alla luce molti risvolti oscuri della nostra esistenza, Sordi è diventato per tantissimi un simpatico amico e un compagno di viaggio che ci ha aiutato a portare il fardello della vita”.
Ad Albertone arriva anche un saluto dal cielo. Sopra piazza S.Giovanni volteggia un aeroplano con uno striscione con su scritto in dialetto romanesco: “Stavorta c’hai fatto piagnere”. Intanto Ruini dall’altare ricorda un paso evangelico (“qualunque cosa farete al più piccolo di questi lo avrete fatto a me”) e dice che sembra attagliarsi perfettamente al dono dell’allegria che Sordi ha fatto a tutti gli italiani, ma anche “alla generosità verso i più sofferenti che Sordi seppe mostrare con uno stile di rara riservatezza”.
Alla fine un drappello di vigili urbani in alta uniforme si avvicina alla bara, la solleva e la conduce in spalla verso il sagrato. Nella Basilica risuona l’ultimo omaggio in musica, Alba romana, cantato dal coro della diocesi di Roma: “Roma sembra tutta una regina…”. E’ la conclusione del funerale religioso, che lascia il posto all’inizio di un altro funerale, il rito “laico” della celebrazione, davanti a quei romani, tantissimi, che hanno voluto esserci.

(Quotidiano “La Repubblica” del 27 febbraio 2003)