Dal Bangladesh a Colli Albani: qui ho aperto il mio negozio di barbiere

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È un salotto di quartiere, il barbiere Prince in via Poggi d’Oro, traversa a poche centinaia di metri da largo dei Colli Albani e dall’omonima stazione della metropolitana. Uomini di tutte le età si incontrano nel negozio di Samir Chandra, 28enne del Bangladesh, che in due anni e mezzo è riuscito a insidiare il primato dei cinesi. E a sfatare i pregiudizi sui connazionali, che nell’opinione comune vengono per lo più associati ad altre attività: lavanderie, minimarket, banchi di frutta e verdura nei mercati rionali.

Quando decide di trasferirsi in Italia, nel 2010, Samir non è alla ricerca di un lavoro qualunque. Dopo l’apprendistato a Comilla, città di un milione e mezzo di abitanti a sudest di Dacca, vuole affinare le sue capacità: «Ho scelto l’Italia perché mi piace il vostro Paese e mi sono subito trovato bene — racconta — . Sono arrivato con un visto di sei mesi e nel 2012 ho ottenuto il permesso di soggiorno». Per imparare le tecniche di taglio e perfezionarsi nello stile segue un corso professionale di tre anni a Valle Aurelia. Con il diploma in tasca, inizia il tirocinio tra i «compaesani», a Trastevere e Garbatella. «A Roma ce ne sono eccome di barbieri bangladesi, ma anche srilankesi e indiano-pakistani: a Ponte Lungo, San Paolo, Torpignattara, Esquilino…», insiste tra una sforbiciata e una spolverata di borotalco per rimuovere i residui della rasatura. Con la gavetta, oltre ad acquistare sicurezza, riesce ad accantonare il capitale per mettersi in proprio. Ottiene la licenza, trova un locale sfitto in posizione strategica — quartiere popoloso e ben collegato dai mezzi pubblici — e lo ristruttura.

Se ad attrarre i primi clienti, per l’80 per cento italiani, sono i prezzi competitivi (un taglio 7 euro, 10 con lo shampoo) per fidelizzarli Samir non lesina sulla qualità: igiene, pulizia e il sorriso come biglietto da visita. Per contenere i costi senza abbassare lo standard, è sempre disponibile e tiene aperto anche la domenica. Entra un signore distinto, sui sessanta: «Nel pomeriggio quando posso venire?». «Quando sei più comodo». Ecco la mamma impellicciata col bambino: «Te lo affido, accorciagli la frangia». Ed ecco il connazionale, aiuto cuoco in un ristorante della zona: «Passavo per caso davanti alla vetrina e ho voluto provare — ricorda Belal Hussein, 22 anni — . Mi sono trovato bene, Samir è attento e preciso». Christian, nato a Roma da genitori filippini, è assistente di volo con base a Bruxelles, ma ogni volta che torna a casa non rinuncia al suo stylist di fiducia: barba, capelli ed epilazione delle sopracciglia con il filo orientale, tecnica che richiede una buona dose di manualità. Yassin, 23enne di origine marocchina, nonostante abiti a Pomezia si serve solo nel negozio in via Poggi d’Oro: «Lavoro qui vicino come guardia giurata, quando sono in pausa ne approfitto per tagliarmi i capelli». Gianfranco Roma, un altro habitué, spiega perché i suoi coetanei sono tra i clienti più affezionati: «Samir si è impegnato molto per ritagliarsi la sua fetta di mercato, al punto di sottrarre clienti ai cinesi: è un esempio di meritocrazia.

Con prezzi inferiori alla media del 50 per cento i ragazzi come me, tra i 20 e i 30 anni, possono permettersi di andare dal barbiere due, tre volte al mese: così anche chi ha un budget limitato può stare sempre in ordine». Andreone («Basta il nome, nel quartiere mi conoscono tutti») 42enne personal trainer, assicura: «Seduto su queste poltrone ho visto anche qualche personaggio dello spettacolo. Samir ha talento, ti guarda e sa qual è il taglio più adatto al tuo viso». Single, lo stacanovista delle forbici non si concede molti svaghi. Tutto casa (nelle vicinanze, a Villa Lazzaroni) e bottega: «Sono induista. Ogni tanto, quando sento il bisogno di pregare, vado al tempio a Torpignattara». È mai stato insultato o minacciato per il fatto di essere straniero? «Mai. Da subito mi sono sentito accolto, vado d’accordo con tutti». Un desiderio per il 2018? «Andare a trovare la mia famiglia in Bangladesh, non li vedo da troppo tempo… E alla mia età è ora che mi trovi una fidanzata».

(Fonte: Corriere.it)