Commissariato San Giovanni: arrestato il rapinatore seriale di farmacie

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Ventitré rapine ai danni di istituti di credito e farmacie di Roma tra novembre 2012 e agosto 2017, con un bottino totale quantificato in 80mila euro. Questo l’impressionante curriculum di un 55enne campano, sedicente “malato terminale”, arrestato dagli agenti della Polizia di Stato a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica.

Le indagini hanno permesso di raccogliere “gravi e concordanti indizi di colpevolezza” per le rapine a mano armata compiute ai danni dei titolari di numerose farmacie nell’arco di cinque anni, dalla fine del 2012 all’estate del 2017.

A inchiodare il rapinatore seriale è stato un colpo commesso il 10 maggio 2017 ai danni l’Autogrill Casilina Esterna di Roma, a seguito del quale gli investigatori del Commissariato San Giovanni avevano sottoposto l’uomo a fermo di indiziato di delitto. All’occhio esperto dei poliziotti, nel corso dell’analisi dei filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza della zona, non era sfuggita la partenza di un’auto parcheggiata lontano, allontanatasi dalla scena del crimine subito dopo il fatto. Nell’occasione, è stato possibile rilevare il numero di targa del veicolo, trovare risconti della sua presenza in zona anche nei filmati di sorveglianza relativi a una rapina commessa nello stesso autogrill il 24 gennaio precedente, identificarne il possessore e, dopo un’accurata attività di ricerca, procedere quindi all’arresto del rapinatore seriale.

Il malvivente deve ora fare i conti con l’accusa di avere messo a segno almeno 23 episodi criminosi, aggravati dall’uso delle armi, ed è indagato per altri 17 episodi sui quali sono in corso ulteriori indagini.

Al momento del fermo, gli investigatori gli hanno sequestrato due pistole-replica, del tutto simili a quelle vere. senza il prescritto tappo rosso, utilizzate nelle rapine.

Il rapinatore seriale agiva a volto scoperto, con l’arma in pugno e la minaccia ulteriore di essere un malato terminale senza nulla da perdere. Il fatto di non essere mai stato fotosegnalato e di non risiedere a Roma lo rendevano difficilmente individuabile, ma, al riguardo, è stata cruciale la collaborazione con Polizia di Stato e Procura della Repubblica assicurata dagli istituti di credito e dalle farmacie vittime dei colpi del malvivente, che è stata decisiva per consentire agli investigatori di procedere alla sua identificazione e assicurarlo finalmente alla giustizia.