25 aprile: non solo occasione di scampagnata

25aprileDi mercoledì 25 aprile e di martedì 1 maggio si parla prevalentemente per il “ponte”. Addirittura per un “maxi-ponte” che potrebbe assicurare un buon periodo di riposo ai lavoratori. C’è chi ne approfitterà per tornare al paese d’origine, chi per effettuare la prima escursione in spiaggia, chi semplicemente per riposarsi tra gli affetti familiari.

Un altro argomento collegato a queste due feste civili è l’apertura dei punti vendita nel corso della Festa della Liberazione da parte della maggior parte delle grandi catene di distribuzione. Ad esempio, Ikea resterà aperta il 25 aprile, una scelta che potrebbe essere giustificata come frutto della globalizzazione: in fondo cosa c’entrano gli svedesi con la storia patria italiana? Certo, i gestori sono italiani, così come il personale e i clienti. Ma in fondo la scelta di tenere sollevate le saracinesche anche in giorni fortemente simbolici per la storia nazionale (e internazionale, nel caso del primo maggio) accomuna tanti gruppi commerciali. I titolari si giustificano ricordando che “continuano ad assicurare un servizio”. Ma ai più sembra un modo come un altro per addolcire la pillola.

Alcuni sindacati ricordano che il decreto Salva Italia dell’esecutivo Monti ha liberalizzato giorni e orari di apertura, con la conseguenza che la maggior parte dei centri commerciali resterà aperta il 25 aprile. Ma Federdistribuzione replica ricordando che i consumatori di oggi chiedono “di poter fare acquisti nei negozi in una fascia sempre più ampia di ore e di giorni, in uno scenario di imponente esplosione dell’e-commerce, una vetrina aperta 7 giorni su 7 e 24 ore su 24”. Mario Resca, presidente di Confimprese, chiosa: “Chiudere i negozi sarebbe un danno enorme ma soprattutto un regalo ad Amazon”.

In un mondo con spazi e tempi ormai polverizzati, anche una data simbolica come quella del 25 aprile rischia di diventare un giorno come un altro. Eppure essa segna l’anniversario della Liberazione d’Italia, un atto che costituisce un grande patrimonio civile per tutti noi, ottenuto con il sangue di tanti connazionali. Quei valori di libertà e giustizia, trasferiti nella Costituzione, rappresentano la base dei nostri diritti quotidiani: dovervi rinunciare, anche con la privazione ad onorarli imposta da chi mira principalmente al profitto, è un atto indegno di un Paese civile.

Buone feste a tutti !

(Domenico Mamone, presidente Unsic)